RASNA

ATTENTI AL MAGO!


No non a questo
e nemmeno a quest'altro decisamente più simpatico:Faccio la persona seria.....E Seneca scrisse: “Questa è la differenza tra noi e gli Etruschi... noi pensiamo che i fulmini si producano in seguito all'urto delle nubi; essi ritengono che le nubi si scontrino perché si possano produrre dei fulmini e infatti, poiché attribuiscono tutto alla divinità, sono convinti che le cose hanno un significato non perché avvengono, ma che esse avvengono in quanto portatrici di significati". Perticolarmente attenti ai segni divini, il compito di interpretarli spettava ai sacerdoti-mago, gli Aruspici. Vestiti con una mantello frangiato e un alto cappello conico,  tenevano in mano un bastone con l'estremità a spirale chiamata lituo;dal loro abbigliamento deriva quello dell’attuale figura del mago. Socialmente considerati, venivano avviati alle arti divinatorie sin da giovanissimi, e provenivano il più delle volte dalle grandi famiglie aristocratiche. L'osservazione dei fulmini, il volo degli uccelli e l'esame delle viscere degli animali sacrificati, erano le pratiche più utilizzate per interpretare la volontà degli Dei. I Romani finirono per dipendere dagli aruspici più o meno come gli Etruschi. Fu un aruspice di nome Spurinna a mettere in guardia Cesare con la famosa frase: "Attento alle Idi di marzo", e sempre un aruspice, dopo avere sventrato un animale privo di cuore, gli intimò di starsene a casa il giorno in cui Bruto lo avrebbe colpito. Il poeta e politico latino Silio Italico rende bene lo spirito di questi riti che si tenevano in una caverna imbrattata di sangue tra i sibili e il lamento degli spiriti, in una scena in cui il condottiero Annibale consulta un'aruspice prima di dichiarare guerra a Roma. Gli aruspici furono consultati per tutta la durata dell'impero romano, e si tramanda che ancora nel 408 durante l'assedio di Roma, aruspici pronunciarono maledizioni in lingua etrusca per lanciare fulmini sui visigoti di Alarico I.E’ giunto fino a noi lo strumento di lavoro dell’aruspice, il cosiddetto "fegato di Piacenza",
modellino di bronzo di un fegato ovino, diviso in settori, ognuno dei quali col nome della divinità che lo governava. Rappresenta una specie di antico “Bignami” da consultare insieme al fegato originale per delimitare e interpretare la conformazione dei vari settori.Così come il fegato anche il cielo veniva  diviso in 16 settori dedicati alle divinità : le divinità del NordEst erano le più favorevoli e comprendevano il sovrano celeste Tinia e la sua consorte Uni ; il settori a NordOvest erano i più infausti ed erano dedicati ai demoni dell'oltretomba. A seconda dell'apparizione nei vari settori del cielo di fulmini, o del volo degli uccelli, o di meteore e altri fatti eccezionali, l'aruspice divinizzava la volontà degli dei che governavano quel settore del cielo. Una curiosità: le formule conosciute pronunciate nel linguaggio etrusco durante l'atto di divinazione degli aruspici sono state citate anche nella saga fiabesca di Harry Potter.