RASNA

Post N° 135


OGGI SI FANNO LE BOLLE PRIMA SI FACEVAN LE GUERRE….O LE SI FANNO ANCHE OGGI, PER LO STESSO MOTIVO?L’ordinamento politico estrusco post Cuma.
 Sappiamo che fino a circa ilVI secolo a.c, le città etrusche erano rette da un monarca che accentrava in sé i poteri di magistrato e sommo sacerdote; esse erano alleate tra loro nella cosiddetta “Lega Etrusca” composta, a seconda dei periodi, da 12 fino a 15 città. Tale alleanza aveva motivi più religiosi che politici; a capo di essa, in occasione del raduno annuale delle genti etrusche, che si svolgeva presso il Santuario di Voltumna, veniva eletto il coordinatore di tale alleanza, il Lucumone, probabilmente scelto tra uno dei capi della confederazione. Che, il potere di tale capo fosse più religioso, piuttosto che politico, si capisce dal fatto che, raramente, in caso di necessità, le altre città inviavano il proprio supporto militare alle altre.La perdita del controllo di quelle che adesso sono le coste e i porti della Campania, con la disfatta perpretrata dai Greci nel 474 a.c., segnò inesorabilmente il declino della potenza etrusca. Per l’elite aristocratica, che aveva fondato la sua ricchezza e quindi il suo potere economico e politico, sul commercio, la perdita di porti e dell’egemonia sulle rotte mercantili, fu una vera e propria catastrofe finanziaria. (PEGGIO DELLA BOLLA SUI MUTUI SUB PRIME…^__^). E’ questo ad esempio il periodo, in cui l’alta borghesia commerciale etrusca è costretta, per fronteggiare la crisi a spezzettare le grandi proprietà terriere, attraverso la loro lottizzazione e vendita a tanti piccoli proprietari (né è un esempio il contratto di vendita, denominato Tavola Cortonensis) ma le cronache ci raccontano anche che in alcune zone, i contadini (che lavoravano per il padrone secondo un sistema che assomigliava molto a quello feudale), forse particolarmente vessati, approfittarono dell’indebolimento anche militare della famiglia dominante per prendersi le terre con la forza, favorendo la cacciata degli aristocratici e la conseguente caduta della città, sotto il dominio della Roma Repubblicana. Dal IV secolo a.c,  si assiste anche ad un mutamento degli assetti politici; la crisi economica e i venti Repubblicani provenienti dalla capitale Latina, crearono malumori nel popolo cosicchè la monarchia assoluta fu sostituita da un governo collegiale, di cui presumibilmente facevano parte gli esponenti delle famiglie più in vista, con poteri simili a quelli del Senato Romano. L’organizzazione (sempre con il beneficio del dubbio, perché le notizie sugli etruschi tali ci arrivano), prevedeva la presenza di un Purth ( per intenderci una specie di Presidente del Consiglio), di vari Zilath o Zilac corrispondenti ai “pretori” romani (cioè dei ministri), ciascuno dei quali si occupava di una particolare materia, c’era ad esempio quello preposto al controllo dei territori (simile al ministro della difesa e che comandava l’esercito), il ministro che si occupava del commercio e i magistrati preposti alla giustizia, poi c’erano i Maru (una specie di pubblici ufficiali che tra i diversi compiti avevano anche quello di adempiere alle cerimonie sacre). Ma se nella Roma Repubblicana, il Senato era anche la voce del popolo, questa prima forma arcaica di democrazia, in Etruria non decollò; il governo collegiale, infatti, si trasformò fin da subito in una forma di oligarchia ed il popolo continuò a non aver voce. Indeboliti, dalla crisi economica, dalle lotte intestine tra famiglie dominanti e da sommosse popolari, lasciarono porte aperte all’avanzata di Roma fino a che intorno al 280 a.c., tutti gli Etruschi delle grandi città della Toscana centro-meridionale, non erano più un popolo e dopo qualche tempo furono  inseriti nella cosiddetta Tribù Arnensis, cittadini romani a tutti gli effetti.