RASNA

LE CRONACHE DI VELIA:PRIMO ATTO


Mi presento, sono Velia Pulena, Rasna di Rusel, figlia di Larth e di Marthia Sehianti. Ho potuto seguire nel periodo più critico della nostra storia, mio padre, che in qualità di zilath itinerante, era incaricato di intrattenere il coordinamento tra i purth e gli altri zilath delle nostre città. Scrivo di nascosto nella mia stanza, a Roma, che ci ha accolto come ospiti quando tutto è volto al termine, concedendoci di vivere dignitosamente a patto di rinunciare alla nostra identità di stirpe,  nella speranza che degli ultimi anni di vita del mio popolo, sia data testimonianza.
 Corre l’anno di Roma 455 (*) l’Etruria è insidiata dalle legioni repubblicane di Roma e impegnata a difendere i propri confini; i Galli, che condividono parte del territorio etrusco, sono arretrati verso nord, qui spinti dall’esercito di Valerio, ma gli Etruschi, già da tempo cercano di assoldarli nelle loro file. Anche Umbri e Marsi, aspettano l’occasione per insorgere contro i conquistatori romani. C’è da dire che gli Etruschi, sono già profondamente in crisi, il che rende le loro città più disunite di quanto mai fosse stato. Già Volterra, si era arresa senza neppur combattere qualche tempo prima. Forti della consapevolezza, che gli Etruschi  sono ormai il ricordo dei valorosi combattenti di Porsenna, i Romani, comandati da Lucio Cornelio Scipione tentano la conquista dell’Etruria meridionale, credendo che sia  una facile missione. Ma la loro certezza è disattesa; inaspettatamente si ritrovano a fronteggiare, sempre vicino a Volterra, che aveva tradito il suo popolo solo un anno prima, un esercito frutto di una coalizione tra le più grandi città etrusche, che sembra aver ritrovato la forza e la gloria di un tempo; forti di una strategia militare praticamente perfetta, messa in atto dai propri comandanti, infliggono alle legioni di Scipione, che pur potevano contare sulla superiorità numerica, gravi perdite, poi esausti riescono a rintanarsi nelle nostre città fortificate. Scipione, non attrezzato per compiere assedi e con l’esercito decimato, retrocede verso Faleria, entro i confini già controllati da Roma, senza prima però aver messo a ferro e fuoco le campagne e seminato morte e distruzione al suo passaggio. E' una sconfitta di Roma, è vero, però l'Etruria è comuque duramente colpita nelle sue fonti di approvvigionamento. Infatti a causa dei saccheggi, le campagne si spopolano e si assiste ad un massiccio aumento della popolazione all'interno delle città fortificate, che possono  garantire più protezione, ma a fronte di  un generale peggioramento delle condizioni di vita. La conseguente incuria dei campi e dei canali di irrigazione, porta, specie nelle zone costiere, a insalubri impaludamenti. La nostra ricca civiltà, conosce in tempi brevissimi due cose con le quali poco ha avuto a che fare: la miseria e le malattie. (* 299 a.C.)