RASNA

LE CRONACHE DI VELIA: ATTO III


Siamo nell’anno di Roma 458 (*), gli eventi si sono rincorsi con una rapidità sorprendente sia sul fronte d’Etruria che su quello del Sannio. Ma mentre nel primo caso, la batosta inflitta dai due consoli, crea qualche mese di relativa calma, il fronte a sud è ancora in fermento.
Gellio Egnazio ( del quale è ammirevole la forza d’animo), riesce a riorganizzare ancora una volta l’esercito nei suoi territori affidando il comando al suo luogotenente Stajo Minacio. Le sue incursioni, spingono Lucio Volumnio a lasciare l’Etruria e a dirigersi nel Sannio dove affronta l’esercito nemico presso il fiume Volturno e riesce a catturare Minacio, il quale sotto minaccia di morte, ordina la resa. Intanto, in Etruria, sotto la spinta dell’instancabile Gellio, la quadruplice alleanza si sta riorganizzando, mentre il mandato consolare di Appio Claudio e di Lucio Volumnio volge al termine. Occorrono dei nuovi consoli e dei comandanti che abbiano esperienza di campagne di Etruria per cui vengono rieletti Quinto Fabio e Decio Mure ai quali sono affiancati i veterani Lucio Scipione (vedi primo atto), Gneo Fulvio e Lucio Postumio Megello. Due legioni sono dislocate presso Chiusi sotto il comando di Lucio Scipione, Megello e Gneo Fulvio sono invece posizionati nei dintorni di Roma per il timore che l’esercito della quadruplice alleanza, potesse tentare una mossa a sorpresa cercando di invadere direttamente Roma.  Lucio Scipione, però, nel corso di un’imboscata, vede il suo esercito distrutto da una divisone di Galli.(*295 a.C.)