RASNA

IL PASSO DEL LUME SPENTO


Non è il titolo di un romanzo noir e neanche di un film d'avventura. Non è il titolo del nuovo libro di Valerio Massimo Manfredi. Non c'entrano nulla i cow boy e gli indiani americani, non è una località del Gran Canyon. Non siamo sulle Alpi e a dir la verità neanche in alta montagna. Ma allora a cosa si riferisce questo titolo accattivante?Vi svelo l'arcano. Chiunque conosce Montalcino...e chi non c'è mai stato avrà assaggiato il famoso "Brunello", vino d'élite di invidiabile valore....e costo.
il passo del Lume Spento è una località attraverso la quale passa la strada che congiunge la Maremma a Montalcino...è, come dice la parola "un passo" attraverso i monti, non come quelli alpini ma molto più dolce, dal quale si può ammirare una vista stupenda che, nelle giornate terse, spazia sui boschi e sulla piana fin da poter arrivare al mare e alle isole dell'arcipelago toscano. Un posto bellissimo, circondato da boschi e da vigneti d'oro. Questo passaggio è sempre esistito ed esisteva anche al tempo degli etruschi.La NOTIZIONA, di questi giorni è che dopo 50 anni di scavi (si avete capito bene...50 anni) è stato reso noto, per Natale, che all'interno di un bosco al passo del Lume Spento, è stata riportata alla luce una città etrusca, o meglio è stata riportata alla luce parte della cinta muraria e istituito un antiquarium dei reperti ritrovati a Montalcino. La domanda sorge spontanea: chissà in 50 anni di silenzi quante cose hanno infrattato di nascosto. Dicono che trovandosi dentro ad un bosco, gli scavi sono portati avanti con difficoltà eccetera e bla bla e bla bla.Fatto sta che la città perduta del Lume Spento non era affatto una piccola città. Controllava il passo e questo significa che controllava anche tutte le merci che passavano di lì, aveva una posizione strategica invidiabile ed era una città molto ricca: altrimenti uno sperduto villaggio di montagna cosa se ne faceva di una triplice cinta muraria di altezza crescente a modello di quella di alcune città fortificate Hittite? L'ultima cinta, quella più grande aveva una larghezza di 4 metri e mezzo, significa che sopra potevano passare comodamente dei carri. Questo non è bastato a fermare le distruzioni romane e pare, che tanto per cambiare, la fortezza etrusca del Lume Spento, abbia cessato di esistere intorno al III secolo avanti Cristo. C'è da pensare che le città Etrusche della Maremma e del suo entroterra, abbiano utilizzato una politica di resistenza anti-romana più intensa rispetto alle altre, altrimenti non si spiega perchè tutte, ma proprio tutte sono state distrutte e rase al suolo anzichè essere sottomesse e colonizzate, come è stato il destino di quasi tutta l'Etruria.