RASNA

IN MEMORIA


SON PASSATI VENT’ANNI DA QUANDO IL NOSTRO POETA AGRESTE MORBELLO VERGARI HA RAGGIUNTO I PADRI ETRUSCHI, LA MAREMMA LO RICORDA IN QUESTI GIORNI E VOGLIO FARLO ANCH’IO Morbello Vergari sui maremmani:“È un popolo buggiarone (burlone). È un popolo che raramente ha conosciuto la tranquillità. Quasi mai ci sono stati tempi di bonaccia per i maremmani. Dopo la civiltà etrusca c’è stato un buio di millenni. La dominazione romana è stata perniciosa e la natura è stata matrigna fino a non molto tempo fa…”Su di lui un giornalista scrisse: Vergari lavora agli scavi, porta alla luce ciò che la Maremma nasconde nelle pieghe della memoria. Agli etruschi, lui che è autodidatta, dà del tu. Si muove con disinvoltura fra le testimonianze delle antiche civiltà, come se fosse a casa sua. Magari fa l’ironia sull’uomo che vola sulla luna, ma si leva il cappello davanti a un coccio del sesto secolo avanti Cristo. Si interessa di teatro e folklore. Scrive poesie e novelle”.Massime in tono minoreSono vissuto senza quattrini ma ricchissimoBisogna vivere come se non si dovesse morire maie come se si dovesse morire da un momento all’altroA camminare scalzo sentire la terra nuda sotto ai piedimi sembra di ritrovare qualcosa che avevo perdutoL’amicizia per essere vera deve essere gratuita come il soleSono stato incolpato da poeta ma mi proclamo innocenteLa vita è una commedia fatta di risate e di pianti veriIl pane non è fatto di solo paneBisogna vivere allegri come cicale e saggi come formicheAll’ospedale: con quanti mali c’è non ce n’è uno di buono.La tomba del guerriero etruscoSotto le mura di Roselle antica,nella Maremma ardente e pien di sole,mentre, tra i rami della quercia annosa,il cuculo nascosto tra le fronde,malinconico canta;dietro l'aratro tratto dai giovenchi,dalle corna superbe e il manto bruno,lavoro questa cara, amata terra,de' nostri antichi padri.L'aratro lento affonda nel terreno,strappando con sommesso scricchioliola gramigna tenace.I forti buoi dal collo muscoloso,avanzan lentamente, a capo chino,quando ad un tratto il vomere tagliente,urta contro qualcosa e viene al sole,di terra cotta un' urna cineraria,e mescolati insieme all'alma terra,si confondono i resti di un guerrieroche, un dì lontano, su le patrie mura,con braccio forte e cuore generoso,morì lottando contro l'oppressore.Fermi, giovenchi miei, fermate il passo;voglio osservà, pietoso e riverente,gli avanzi di chi un giorno, come noi,visse, gioì, soffrì, fu amato e pianto.Dell'asta vedo qui la ferrea punta,che un di' brandiva il braccio tuogagliardo, e i tuoi compagni, nell'estremoaddio, posero teco in segno di tua gloria.Per notizie biografiche e pubblicazioni varie cliccate http://www.corodeglietruschi.it/a_morbello_vergari.htm