RASNA

LA FINE E L'INIZIO


Salgo sulla collina, percorrendo il ripido sentiero coperto di foglie cadute; le impasto con il fango e le trincio sotto le suole delle scarpe al mio passaggio. Devo arrivare in cima prima che cali la notte. L’umidità impregna il tessuto della mia giacca, penetra al di sotto dei vestiti, attraversa l’epidermide fino a giungere alle mie ossa. Ha ultimato il suo percorso, io no. Ho freddo, non importa.Salgo ed emetto nuvole di vapore ad ogni respiro, salgo con la fatica che aumenta ma ora la vedo, vedo la sommità! Corro, cado, mi lordo le mani e le ginocchia di melma, mi rialzo e corro di nuovo fino al punto in cui il sentiero finisce.Sono su un piccolo pianoro adesso, libero ed aperto; sento il vento gelido del nord che spazza via il sudore e l’umidità della folle corsa. Mi prenderò un malanno, non importa.Respiro e vado avanti, verso il sole che mi guarda. Non devo permettere che se ne vada senza salutarmi! Mi affaccio sull’orlo del precipizio e godo nel vedere che sono giunta in tempo. Mi saluta inondandomi d’oro e di vermiglio sangue poi si getta tra i flutti d’argento. A domani, gli rispondo … a domani.