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SU SEGNALAZIONE DELLA SORELLA DI STIRPE TIU VEIO:SARTEANO. Nella famosa necropoli etrusca delle Pianacce, quella della tomba della “Quadriga Infernale” - considerata una delle più importanti scoperte del mondo dell’archeologia degli ultimi anni - sono state rinvenute delle fondamenta etrusche risalenti con molta probabilità al IV secolo a.C., l'epoca del grande re etruscoPorsenna. La cosa "interessante" è che queste fondamenta sono state ritrovate - ancora una volta - proprio sul punto esatto dove, Stefano Romagnoli (l'Indiana Jones toscano tante volte richiamato dalla cronaca non solo locale), 13 anni or sono, aveva dichiarato alla Prefettura (nella persona del Procuratore Longobardo) e all’attuale direttore del Museo di Chianciano, Giulio Paolucci (allora responsabile onorario dei Beni Archeologici della Toscana), di aver individuato senza dubbio l'ubicazione del mausoleo della “mitica” tomba del Re Porsenna.Esiste un poderoso dossier con fotografie negli atti della Procura di Montepulciano inerenti ad un “famoso” sopralluogo fatto dal magistrato in compagnia del Soprintendente e dello stesso Romagnoli. La cosa certa, per adesso - se non si vuole credere alla possibilità del mausoleo di Porsenna - è che un secondo importantissimo ritrovamento è stato fatto alle Pianacce. Dopo il clamoroso ritrovamento della "Quadriga Infernale" che risale al 2001, le ipotesi di una importantissima necropoli, degna del mausoleo di Porsenna, si fanno sempre più concrete.La "posizione" delle Pianacce, del resto, è già un indizio, come sosteneva Stefano Romagnoli.L'appassionato sarteanese di archeologia, per ritrovare la tomba di Porsenna, era partito dalle parole del Varrone ( storico romano): “Sepultus est, inquit, sub Clusio… fra il Lago di Chiusi e la Solaia, in un luogo dove si vede sia Chiusi che Roma…”. Romagnoli aveva tradotto il "sub Clusium" come "davanti a Chiusi" e non come "sotto Chiusi": traduzione, quest'ultima, sostenuta dagli studiosi.Che si tratti o no della tomba di Porsenna, il fatto strano è che, una scoperta che appare come importante e che potrebbe svelarsi importantissima sia taciuta, e che, pur scavando da oltre un anno - non senza risultati - tutto taccia. Eppure, a pensarci, l'annuncio di una nuova, importante scoperta proprio a due passi dalla tanto famosa tomba della Quadriga Infernale, non potrebbe fare che bene al turismo sarteanese e, perchè no, agli studi degli archeologi! Che la scoperta non sia irrilevante lo dicono le dimensioni delle fondamenta: una struttura circolare che,  per datazione e forma, potrebbe essere proprio il basamento del mausoleo del mitico Lucumone di Chiusi (della cui esistenza si dice certo anche il celebre professore Angelo Vittorio Mira Bonomi). Quelle fondamenta, del resto, sono da oltre un anno l’unico argomento di discussione dell’intera comunità sarteanese. Una comunità che, nella sua quasi totalità, è convinta che, in quel punto, già indicato da Stefano Romagnoli, davvero si ergeva il mausoleo in onore di Porsenna. E, siccome in prossimità del mausoleo deve per forza esserci anche il sepolcro del Re Porsenna (la mitica tomba con la chioccia e i suoi 5.000 pulcini ed una carrozza trainata da cavalli, tutto a grandezza naturale ed in oro zecchino), la cittadinanza non solo è disorientata, dalla “strana” censura mediatica fatta su questo caso, ma comincia anche a preoccuparsi del fatto che il sito sia lasciato, addirittura, incustodito ed alla mercè dei numerosi tombaroli che a questa fantastica storia ci credono eccome!
 altre foto e articolo THUI: http://www.ilcittadinoonline.it/index.php?id=9055LA TOMBA DELLA QUADRIGA INFERNALEIV secolo a.C: unica nel suo genere per la conservazione dei colori delle pittureE' senza confronti, sia in ambito pittorico che ceramografico, la figura del demone che conduce su un carro una quadriga formata da due leoni e due grifi, rivolto verso l’esterno della tomba dopo aver lasciato il defunto al limite dell’Ade. Si tratta di una versione del tutto innovativa di Charun, il demone dell’immaginario funerario etrusco che accompagna il defunto nell’Oltretomba. Figura singolare e inquietante che diventa così uno dei più suggestivi e particolari “ritratti” dell’arte etrusca. Il limite dell’Ade è simboleggiato da una porta dorica dipinta che incornicia una nicchia. Al di là di questa una consueta scena di banchetto, sicuramente ambientato nell’Aldilà, con due personaggi maschili sopra una kline che si rivolgono una straordinario e unico gesto di affetto: si tratta o di una coppia di amanti o di una coppia parentale come avviene sulle coeve tombe orvietane, dipinte quasi sicuramente dalle stesse maestranze che hanno operato a Sarteano. Poi, sempre sulla sinistra, nella camera di fondo, è dipinto un grande serpente a tre teste, simbolo dei mostri che  dovevano popolare l’interno dell’Ade secondo le credenze etrusche. Anche l’ippocampo sul frontone di fondo, pur essendo elemento consueto nella pittura parietale, ha dimensioni eccezionali ed accentua l’ambientazione della camera stessa come recesso dell’Oltretomba. Sotto il frontone, si erge l’imponente sarcofago di alabastro grigio con il defunto disteso sul coperchio, ultima dimora del proprietario della tomba.