RASNA

DIVINITA' E DEMONI ETRUSCHI: CALU


E IL DILEMMA "ITO" E "LAPIS" .... (che in realtà mi pongo solo io...)Il Piombo di Magliano, rinvenuto nel territorio di Vulci, reca una prescrizione sacrificale riferita a Calu. Questi era, dunque, un dio della morte, ed il suo animale corrispondente era il lupo.In Etruria non si hanno raffigurazioni certe di Calu, che viene rappresentato assieme a dèmoni piuttosto che singolarmente. Calu era una divinità legata alla morte intesa come avvenimento, non come stato, e la mentalità etrusca, come è noto, riservava maggiore attenzione proprio al momento del passaggio dalla vita alla morte.
Aita, con il capo coperto da una pelle di lupo, e Phersipnai sono la coppia che domina il banchetto perenne nell'aldilà (Tomba dell'Orco, Tarquinia). Calu era un dio della morte, ma, a differenza di Aita, era anche un dio di culto. Considerazioni personali: molti Toscani moderni, non parlano volentieri dei loro antenati; molti avvertono la sensazione atavica di disconoscerli, di far finta che la civiltà etrusca non sia mai esistita. Questo per alcuni motivi: per il ricordo "genetico" dell'annientamento; per secoli e secoli di lucido programma di cancellazione della memoria di un popolo; perchè ritenuti, a torto, gente triste che pensava solamente alla morte, ossessionata dalla paura dei demoni che albergavano nell'oltretomba e dai riti praticati per ingraziarseli. La realtà è stata ben diversa: la civiltà etrusca amava la vita e tutti i suoi aspetti piacevoli più di qualunque altra tanto da desiderarli anche nell'aldilà; consapevoli che la vita terrena finisce, ricercavano per il breve spazio temporale dell'esistenza, di godere di tutto ciò che la natura e la vita stessa offre. Tutto il resto è stata squallida propaganda antietrusca, che non a caso si è prolungata, specie in Toscana, ben oltre la caduta dell'Impero Romano, dato che alcuni riti e superstizioni di etrusca memoria, osteggiati e combatutti dal cristianesimo, hanno continuato a sussistere in molti luoghi anche oltre il Medioevo. E chissà se il modo di dire dalle mie parti: "se n'è ito" che sta a significare "se n'è andato" ma anche "è morto" deriva da "Aita" il Dio del "trapasso" dal quale si è coniato il termine latino "ire-itus"...chissà chissà...VI PONGO A TUTTI UNA DOMANDA: secondo voi....in Maremma e non so se anche in tutta la Toscana, la matita con la punta di grafite, quella grigia con cui si disegna in pratica, la chiamiamo LAPIS. Io penso che derivi da una reminiscenza latina "Lapis - lapideo, relativo alla roccia" forse riferito alla mina interna con cui si scrive...SAPETE DARMI UN'ALTRA SPIEGAZIONE? e perchè in quasi tutto il resto d'Italia, si chiama semplicemente "matita"? eppure il latino lo parlavano ovunque ...