RASNA

L'AVEVAMO CAPITO PRIMA DI PIRANDELLO


Secondo la religione etrusca, l’uomo era costituito dalla somma di due entità: il corpo fisico ed il doppio. Il doppio a sua volta poteva essere distinto in “ombra” ed in “demone”. Al momento della morte, le entità spirituali si dividevano dal corpo fisico il quale, ritornava alla terra. Il cosiddetto “doppio” era definito anche “persona” o “phersu” secondo una concezione inaspettatamente pirandelliana del tutto: lo spirito umano ha un duplice aspetto, quello “che appare” e quello “che è”, il bene ed il male, il razionale e l’irrazionale, lo spirito ed il demone. Non a caso il personaggio che partecipava al rito del “phersu” (quello dell’uomo che alla cieca doveva cercare di difendersi da un cane rabbioso che gli veniva aizzato contro), era incappucciato, indossava cioè una maschera a significato del doppio che alberga in tutti gli esseri umani e presumibilmente il combattimento rituale aveva lo scopo di liberarsi dal lato apparente in modo che la vera essenza potesse trionfare.Dopo la dipartita, l’ombra era destinata a rimanere tale oppure a rigenerarsi in altro essere umano dopo aver bevuto alla fonte dell’oblio secondo il concetto che ogni cosa essendo parte dell’universo alla fine ci ritorna. Il modo per non reincarnarsi e di ricevere il dono dell’immortalità che permette all’anima di vivere al cospetto e alla pari degli Dei e degli Eroi, era quello di riconoscere in vita la parte demoniaca dell’”io” e di trascenderla.