Non canto i cavalier, l’armi, gli onori,
come un dì fece il grande Ludovico.
Le guerre infami, i sanguinanti allori;
di tutto questo non mi importa un fico.
Ma i lavoranti, l’ape, i campi, i fiori;
le cose grandi solamente, dico.
(Morbello Vergari)
Probabile portatrice di geni etruschi.......vediamo se la passione è contagiosa
e sono graditi pure interventi, puntualizzazioni e domande e mi raccomando di non essere troppo duri con me per eventuali strafalcioni...sono solo una dilettante!
molte immagini sono state prese da internet, se i proprietari non fossero d'accordo lo facciano presente e saranno tempestivamente rimosse
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IL BLOG DI RIEVOCAZIONE ETRUSCA
(mech Rasna tsui ame!)
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Messaggi del 04/08/2008
Post n°101 pubblicato il 04 Agosto 2008 da zoeal
Caio Cilno Mecenate, nato ad Arezzo nel 69 a.C. e discendente da una schiatta regale etrusca, divenne il personaggio più famoso della corte augustea. La famiglia dei Cilni risaliva al IV secolo a.C. Militare, nella prima parte della sua vita, e politico, Mecenate fu testimone della trasformazione definitiva di Roma e del passaggio dalla Repubblica all’Impero. Eletto "vicario" da Ottaviano per la grande fiducia che era riuscito ad ispirare, seppe accontentarsi del titolo di "eques", proprio degli appartenenti all'ordine equestre, classe sociale definita da Orazio "la più eletta del popolo per squisitezza di gusto" (Sat. 1,10,76). Ritiratosi dalla vita politica, visse delle ricchezze familiari che gli provenivano da certe fabbriche di vasi che fiorirono in Arezzo dal 30 a.C. in poi. Nella vita privata si dedicò solo ai piaceri dello spirito scrivendo, conversando e "banchettando" alla maniera etrusca. Seppe, con oculatezza rara, scegliersi gli amici. Nel suo ruolo di "scopritore di talenti" Mecenate si era creato una cerchia di amici di notevole sensibilità: Virgilio, Properzio, Gallo, Orazio, Marziale. Con intuito e riservatezza tipicamente etruschi, tra questi ne preferì due che hanno dato fama al suo nome: Virgilio e Orazio. Virgilio, privato dei campi in riva al Mincio dalle riforme di Augusto e con la speranza che gli sarebbero restituiti, il Poeta arrivò a Roma. Asinio Pollione, governatore delle terre sul Mincio, lo presentò a Mecenate. Virgilio già autore delle Bucoliche dove si esaltava la vita pastorale, piacque all’"etrusco" che intercedette presso Augusto. Ma il centurione Arrio, divenuto nel frattempo proprietario di quei campi, minacciò di "accoppare" il Poeta. Mecenate allora, come risarcimento dell'esproprio subito, assicurò a Virgilio un podere in Campania. Nel "fundus" napoletano, solitario e lontano dal viavai cittadino, il Poeta poté astrarsi, meditare e riscoprire la stessa pace dei campi mantovani. E nacquero le Georgiche che trattano della bellezza dei campi. Le umili origini di Orazio sono note a tutti. Figlio di un liberto e nato in un piccolo centro sulla via Appia, Venusia o Venosa, vicino a Potenza, in Basilicata. Per i sacrifici del padre, Orazio ebbe un'educazione letteraria degna di un nobile. La povertà e la cattiva sorte lo perseguitarono a tal punto che dovette accontentarsi di un modesto ufficio di scrivano quando Virgilio lo presentò a Mecenate. Il lungimirante etrusco trovò essenziale, al vivere, il buon senso e 1'avversione ad ogni gesto irrazionale del Poeta. In seguito si stabilì tra i due uomini una stretta amicizia che proseguì fino alla morte avvenuta per entrambi nello stesso anno: l' 8 d.C.. Mecenate aveva donato al fedele amico una villa in Sabina. Qui Orazio si ritirava nei suoi ozi meditativi spesso raggiunto dallo stesso Mecenate. Le Satire e le Odi, tra le opere di Orazio, sono le più significative per il nostro argomento. Il ricco e raffinato etrusco non disdegnava sedere alla parca mensa dell'amico a mangiare olive e bere il vino modesto che la terra sabina - corrispondente, oggi, in parte alla provincia di Rieti e in parte al territorio di Roma - offriva. Nel descrivere la villa di Mecenate, Orazio ammirava le ghirlande composte di fronde verdi, miste a frutta e fiori, che pendevano dalle pareti dei triclinii.
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GIOCO LETTERARIO
Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer
clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto
ho scritto anche:
e per la serie RACCONTI BREVI:
DEUXIPPO (prima parte)
DEUXIPPO (seconda parte)
DEUXIPPO (terza parte)
DEUXIPPO (ultima parte)
L'INFAME (prima parte)
L'INFAME (ultima parte)
E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!
MAGIA DEL PHOTOPAINT
CONTATTA L'AUTORE
Nickname: zoeal
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Sesso: F Età: 53 Prov: GR |
LA LETTURA NOBILITA LA MENTE
"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)
"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)
"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)
"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)
"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)
" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.
"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato
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POETA ESTEMPORANEO
In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco
Il reperto archeologico
Riuniti insieme, un gruppo di signori
stavano discutendo di un oggetto
un giorno appartenuto ai padri etruschi.
Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:
-La mia giovane eta', non mi consente
di pronunciarmi il primo e francamente
ammetto che non ci capisco molto.
Il dottor Caio esprime il suo parere
dicendo-Per me, questo è un utensile
che usavano gli etruschi,
per servire vivande sulla mensa
D'altro parere il professor Sempronio
e in questo modo dice il suo giudizio:
Questo per me, è un vaso da ornamento
che serviva su un mobile di lusso
a contenere fiori profumati.
Infine il professor Tal dei Tali:
Con questo afferma usavano gli antichi
nelle grandi e solenni cerimonie
offrire a gli dei superi d'Olimpo
e il loro sacerdote in pompa magna,
libava e alzava questo vaso al cielo;
quindi spruzzava santamente l'ara,
del vin pregiato in esso contenuto.
-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-
la Sua tesi convince, professore.
Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi
in permesso quassu' dai Campi Elisi.
Si fermarono ad osservar la scena.
-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno
quelle persone riunite insieme?
-Non so',non saprei dirti veramente;
non riesco a comprendere il dialetto,ma
quel che sembra un tantinello strano
è, che stan discutendo con passione,
tenendo un nostro orinalaccio in mano.
Inviato da: Corrado Barontini
il 24/01/2018 alle 12:17
Inviato da: Camillo Coppola
il 22/12/2015 alle 19:28
Inviato da: flora
il 08/10/2013 alle 17:45
Inviato da: zoeal
il 20/05/2013 alle 15:08
Inviato da: ninograg1
il 20/05/2013 alle 08:03