Cinema qua e là

film in rassegna e non solo...anche quello che mi passa per la testa

 

RASSEGNE

"Al cinema insieme"
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Cinema B. (MI)
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PROSSIMAMENTE IN SALA...SALVO RIPENSAMENTI

Nel corso del 2012...

Step up 4, un giorno speciale, iron Sky, Paranomarn, Taken, Asterix e Obelix, Gladiatori di Roma, le belve, Silent Hill, le 5 leggende, lo Hobbit, Breaking dawn part2, sammy 2....

 

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ICE IN RUBRICA

MESSAGGIO IMPORTANTE Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali, anche PUBBLICANDOLO SUL VOSTRO BLOG

 

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Citazioni nei Blog Amici: 3
 

Ultimi Commenti

ZIETTAADORATA
ZIETTAADORATA il 11/06/08 alle 23:44 via WEB
Scontato, trama già sfruttata, direi un commento globale così-così. Ad un prezzo amico ok...non di più
 
ZIETTAADORATA
ZIETTAADORATA il 11/06/08 alle 23:40 via WEB
Bello bello bello.Anche se non ho mai letto i fumetti -sorry- l'uomo d'acciaio mi ha conquistata.Ironico, coraggioso, dannatamente bello e ricco: che sia lui il principe che tutte aspettiamo?
 
ZIETTAADORATA
ZIETTAADORATA il 11/06/08 alle 23:36 via WEB
Mi trovo in difficoltà: anch'io ho visto la partita, la stessa partita pessima dell'Italia, eppure non ho visto tutte quelle cose che hai scritto: saranno stati i pop-corn e le bibite a distrarmi?In fondo il bello di una partita sono i pop-corn...o no? Vedrò per il 13 di concentrarmi di più.
 
sasacineman
sasacineman il 11/06/08 alle 17:47 via WEB
Al di là della sconfitta, una brutta figura per il risultato. Speriamo che gli Azzurri non falliranno contro la Romania! Ciao!
 
autogattoneg
autogattoneg il 20/05/08 alle 18:54 via WEB
The Promise commenta così... Figlio d’arte Jason Reitman il mestiere del regista l’ha imparato sul set di papà Ivan, che dopo aver prodotto a fine anni settanta il cult Animal House, diresse poi successi commerciali come Ghostbusters e I gemelli. Jason, già apprezzato con Thank You For Smoking e autore di diversi cortometraggi, si distingue anche con Juno (secondo lungo in carriera) per la capacità di imbastire commedie a sfondo sociale. Se in Thank You For Smoking a tratti la sceneggiatura si appesantiva quando protagonista e comprimari “eccessivi” naufragavano nello stereotipo, questa volta il meccanismo funziona e come. Juno è una adolescente originale con un nome preso in prestito dalla mitologia greca. Più che l’originalità ricercata, e per questo fasulla, di tanti sedicenni, preoccupati di emergere dall’anonimato per definire una propria identità, Juno si distingue per la perentorietà con cui affronta i problemi e prende delle decisioni. Sboccata e apparentemente aggressiva, quando scopre di essere rimasta incinta, dopo la prima esperienza con il suo migliore amico, senza perdersi d’animo vaglia le possibili vie d’uscita: abortire, tenere il bambino, partorire e dare in adozione. Tentata dalla via dell’aborto, sceglie di donare una vita a chi non può avere figli (non entriamo nel merito delle solite strumentalizzazioni dei poco intelligenti che hanno visto nel film una metafora pro-life). Solo dopo aver identificato la coppia sulla pagina degli annunci di una rivista, finalmente coinvolge la famiglia: padre e matrigna che, a sorpresa, serafici, sdrammatizzano e decidono di accompagnare la figlia nei difficili mesi che la separano dal parto. Accompagnato da una bella colonna sonora, diviso in quattro capitoli, tanti quanto sono le stagioni, dall’autunno all’estate, Juno riesce con grazia ad affrontare temi forti, che al cinema si sono sempre trasformati in psicodrammi. La sceneggiatura della scrittrice Diablo Cody, che ha meritato l’Oscar 2008, ha il pregio di raccontare il mondo adolescenziale della provincia statunitense senza cadere nel patetico, nel territorio dei luoghi comuni dove tutto è scontato – frasi e atteggiamenti. Il linguaggio di Juno e dei coetanei è fresco e realistico. I giudizi che danno sul mondo riferiscono delle necessità di distinguere i contorni delle cose, ma non diventano mai i giudizi di sceneggiatore e regista. Tutto sembra accadere con naturalezza. Juno, interpretata dalla stupenda Ellen Page, è vera nella sua capacità di prendere in mano la propria vita, ma anche nelle sue ovvie contraddizioni. Perché in effetti una cosa è dire di avere il controllo sugli eventi e di saperla lunga sul mondo, un’altra è comprenderlo a fondo e capire chi siamo e dove andiamo. Juno per due volte dirà a due uomini fatti e finiti (il padre e Mark, il futuro padre del bambino) “io non so cosa sono”. Candidamente, per nulla banale, una frase che rende la complessità dell’adolescenza. Ancora – dopo aver saputo che Mark ha intenzione di divorziare dalla moglie, perché non la ama e la paternità lo spaventa – racconterà al padre di essere stata costretta ad affrontare una situazione fuori dalla sua portata: cose da grandi per cui non sono abbastanza matura. Lo è quel che basta, diremmo, per tenere in grembo “il fagiolo che va sfornato sano per una coppia bella e figa” ma che donerà alla sola Vanessa, perché Mark è un immaturo che ha svenduto i propri sogni ricavandone un benessere di facciata; matura per cogliere nell’amico Bleeker i segni di una persona speciale, lontano dai modelli in voga, ma l’unico in grado di farla sentire felice. La ragazza diventa allora una “giovane donna” perché capace di valutare e scegliere, alla faccia dell’universo complicato degli adulti. La vita vale la pena di essere vissuta, per il solo fatto di ritrovare ancora lo spazio per il dono: sia un bambino ad una coppia sterile o un bacio d’amore all’amico che diventa compagno con cui adesso, davvero, consapevolmente, scoprirà affettività e sessualità. Quella stessa che nelle lezioni scolastiche di educazione sessuale, gli adulti rendevano meccanica. Juno osserva acutamente le persone che la circondano e, come lo spettatore, coglie i diversi aspetti, che ne cambiano progressivamente i contorni, tanto da ribaltare le percezioni iniziali. La coppia ricca e felice cova i germi di un disagio profondo; la matrigna che ama solo i cani è invece una madre attenta e premurosa; Bleeker da semplice “alienato” si trasforma in vero amore. Aspetti che vengono definiti pian piano, proprio come nella vita. Proprio come l’adolescente percepisce l’altro da sé, di cui sa tutto per non sapere niente. Il senso di quel che siamo e di quel che facciamo forse è difficile da comprendere, ma per il momento Juno a suo modo un senso alla propria esistenza l’ha dato, configurando una verità semplice: essere se stessi e amare le persone che ti accettano come sei. Per il momento… certo.
 
ZIETTAADORATA
ZIETTAADORATA il 19/04/08 alle 18:05 via WEB
Rimango piacevolmente esterefatta di fronte a tale cultura cinematografica: umilmente imparo dal Maestro, che parla poco, ma quante ne sa?!!!!!
 
autogattoneg
autogattoneg il 17/04/08 alle 15:38 via WEB
commento di "The promise" che riporto: Dopo l’Oscar alla carriera, un grande ritorno. A ottantatre anni Sidney Lumet, il regista di La parola ai giurati, L’uomo del banco dei pegni, Serpico e Quel pomeriggio di un giorno da cani gioca ancora con il destino e regala al cinema americano un’altra opera esemplare come Onora il padre e la madre. Se i Coen scelgono di mettere in scena l’inadeguatezza dei valori e l’inutilità del bene di fronte al lato oscuro dell’animo umano (calcando la mano sulla lotta impari tra legalità e criminalità), Lumet si spinge oltre. Elemento centrale della vicenda è una rapina: due fratelli (Andy e Hank), a corto di soldi, organizzano un colpo nella gioielleria dei genitori, certo che “tutto filerà liscio e mamma e papà verranno risarciti dall’assicurazione”. Ma le cose non andranno come previsto e le loro vite precipiteranno in un abisso di autodistruzione. Tema portante è il vincolo assoluto tra peccato e destino (“Non tutti i peccati sono uguali”, recita la frase che apre il film) in un impianto narrativo straordinario, costruito su continui flashback che fanno luce sulla vita e la natura dei personaggi. Come in Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975), Lumet svela a poco a poco quel che si cela dietro l’azione dei personaggi, ciò che li spinge a compiere atti estremi e senza speranza. E come nel lungometraggio interpretato da Al Pacino e John Cazale mostra le parabole di sconfitti ed emarginati, la spirale di violenza che prende vita da anime schiacciate dal peso di situazioni senza via d’uscita, la fragilità e insieme i condizionamenti generati dai rapporti familiari. Lumet non scava all’interno dei personaggi per giungere alle origini dei legami malati, delle gelosie e delle accuse reciproche. Parte da un fatto e attorno a questo costruisce la tragedia. Definito da gran parte della critica come un “thriller”, in realtà Onora il padre e la madre ricalca proprio gli schemi della tragedia classica. Andy e Hank, Caino e Abele in versione moderna: piccoli uomini alle prese con problemi troppo grandi, alla disperata ricerca di qualche migliaio di dollari per contenere la propria deriva morale. Nei film di Lumet i personaggi sono preda degli eventi, eternamente incapaci di cambiarne il corso, di riordinare i tasselli della loro esistenza: “Sento di non essere la somma delle mie parti” dice Andy. Privo dell’ironia che (specie nella prima parte del film) bilanciava la tensione di Quel pomeriggio di un giorno da cani, Onora il padre e la madre può contare sulle superbe interpretazioni dei protagonisti (su tutti Seymour Hoffman). A cambiare è lo sguardo del regista: i personaggi di Serpico (1973) e Quel pomeriggio di un giorno da cani chiedevano di essere compresi nelle loro speranze e nei loro errori, erano uomini solitari che avvertivano dentro di loro il senso dell’ingiustizia e dell’emarginazione. Personaggi disadattati e refrattari alle convenzioni, angeli sporchi, Robin Hood metropolitani. In Onora il padre e la madre, al contrario, non c’è alcuna traccia di pietà o comprensione, Lumet non fornisce alibi ma si limita a registrare i diversi punti di vista dei protagonisti. Una distanza rafforzata da una New York fredda e del tutto priva di fascino, da una fotografia “sporca” e da interni claustrofobici. Come dimostra la terribile sequenza finale, non c’è posto per il perdono: l’autodistruzione di una famiglia è, per il regista, metafora di un disegno più ampio, dove ogni scelta può portare alla soglia della violenza. Film coraggioso (nella forma e nei contenuti), Onora il padre e la madre si inserisce nel novero dei migliori lungometraggi americani di questi ultimi anni. Un cinema sicuramente lontano dal filone di denuncia sociale degli anni Settanta, ma ancora capace di generare indignazione e di colpire nel profondo.
 
autogattoneg
autogattoneg il 29/03/08 alle 09:07 via WEB
Cinico, egocentrico e solitario il milionario...gentile, buono e altruista (oltre che culturlamente eccezionale) il meccanico che abbandona i suoi sogni per dar modo ai figli di crescere e non fargli mancar nulla. Ma quando la vita ti mette davanti a una simile realtà ci si rende conto che non hanno senso tutte queste differenze...tanti anni trascorsi a prepararsi un futuro e poi in un momento ci si rende conto che la vita è davvero corta... Pochi giorni per realizzare quello che non si è fatto in una vita... Ci vuole coraggio? o ci vuole più coraggio per vivere ogni giorno come se fosse l'utlimo? Chi ha trovato la gioia? E chi ha portato la gioia nella vita di qualcun altro?
 
autogattoneg
autogattoneg il 26/03/08 alle 23:24 via WEB
Chi non lo ha visto? Chi non ha la suoneria tra quelle del cellulare? quel ritornello fischiettato tanto famoso... Viene passato almeno una volta l'anno in TV e ogni volta la sua discreta audience la fa. Non sarà "mezzogiorno di fuoco" ma la simpatia della coppia Spencer-Hill è davvero indovinata per passare un paio d'ore in allegria.
 
latuachance2008
latuachance2008 il 26/03/08 alle 21:32 via WEB
E' difficile capire il valore della vita di una persona. C'è chi dice che viene misurato da quelli che gli sopravvivono, qualcuno crede che si possa misurare nella fede, qualcuno dice nell'amore. Altri dicono che la vita non ha proprio senso, io, io penso che uno misura sè stesso in base alle persone che si sono misurate su di lui. Quello che posso dirvi è che in base a qualunque misura E.C. ha vissuto i suoi ultimi giorni sulla terra con più intensità di quanta la maggior parte della gente riesce a spremere da un'intera vita. Io so che quando è morto, i suoi occhi erano chiusi, il suo cuore era aperto.
 
 
 

INFO


Un blog di: autogattoneg
Data di creazione: 17/03/2008
 

TECH, GAMES &...

24/10/12

APPLE annuncia iPad4, evoluzione del modello precedente, con qualche mese di anticipo sul previsto. E' possibile preordinare online su apple store dal 26 ottobre. Annunciato anche iPad mini (display da 7"9) per entrare in concorrenza con altri produttori già presenti in questa fascia. Anche in questo caso è possibile preordinare dal 26 ottobre.

Samsung metterà sul mercato uno smartphone che si inserirà nella fascia tra il Galaxy SIII e SIII mini.

Samsung continuerà a fornire Apple nonostante le innumerevoli cause aperte tra i due colossi.

(fonte: dalla rete)

 

 

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