Realtà parallele

L'alba ritrovata...


4.00 del mattino: Uscii di casa, alla ricerca di un po' d' aria fresca, che mi aiutasse a riflettere. La strada era quasi deserta e il freddo si faceva spazio tra i pochi volti rimasti schiavi di quel vento gelido che ti trafiggeva l'anima;andai nel parco, mi sedetti su una panchina e osservai la neve che cadeva su ogni superficie con una delicatezza innata, e una purezza infinita. Ovviamente il mio giaccone era fradicio, ma non mi importava. Ovviamente quell'aria mi gelava i polmoni, ma quasi non sentivo il dolore. Ovviamente avrei dovuto dormire, ma sapevo di non poter perdere l'alba. Passata una mezz'oretta, immersa in pensieri sfuggenti, me ne salii su quel cantiere in centro, e da lì osservai la maestosità con la quale la luce scacciava le tenebre. Tutto sembrava così semplice, il ciclo della natura continuava a compiersi: il giorno seguiva la notte, la notte il giorno; la primavera seguiva l'inverno, l'estate la primavera...poi arrivarono gli uomini. Il centro cominciò ad affollarsi, i bar aprirono e si riempirono di gente, le luci delle finestre dei palazzi attorno al cantiere si accesero e nella loro frenesia gli eventi iniziarono a susseguirsi: il ciclo della natura si ammalò, soffocato dagli smog, dalle ansie, dalla monotonia delle azione fatte dagli uomini...nessuno notò la mia figura minuta, sul quel tetto, e restai lì per ore mentre la mia anima, in silenzio, si preparava ad esser schiava di ansia e monotonia...