Creato da: tizianacorreale il 16/12/2007
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Tra i banchi...

Post n°6 pubblicato il 21 Dicembre 2007 da tizianacorreale

In classe: un compagno parla con la ragazza alle sue spalle, non seguendo le parole del professore, che ci parla dei personaggi principali del libro letto come compito del giorno. Il professore dice: -Il caro alunno Martinez, si sta perdendo nei brandelli della sua distrazione che in un batteri di ciglio, scrive il suo destino._ La classe ride, pensando che il professore voleva solo dire qualcosa di poetico rimproverando il compagno. Nessuno immagina che in realtà il professore sta entrando nel punto focale della lezione del giorno - Nel libro da voi letto, si parla del destino, quanti di voi credono nel destino? - buona parte della classe alza la mano. Tutti tranne me e un paio di altre persone. Intervengo:- Professore, lei ci sta chiedendo se crediamo in una carta già scritta dove si possono trovare tutti i risultati delle nostre esistenze, oppure se pensiamo che alla fin fine le cose vanno nel verso che DEVONO prendere?- dico - Ci spieghi meglio la differenza tra i due tipi di destino signorna Carletti, siamo ansiosi di ascoltarla - dice il professore, ma la classe non è poi così entusiasta del mio intervento. Tento di chiarire i concetti da me espressi : - Il destino, a mio parere, può essere inteso come volontà divina oppure come scienza. In entrambi i casi non siamo noi a deciderlo, solo che nel primo qualcuno lo scrive per noi, nel secondo è tutto un intreccio di psicologie, sentimenti, invenzioni, fatti, cincidenze...che possono essere calcolati.- interviene Marta - Qual'è la differenza? Nessun uomo potrebbe calcolare tutte le coincidenze, solo Dio potrebbe farlo, perciò il destino delle cose e degli uomini, sarebbe comunque in mano a Dio.- Io ribatto: - C'è molta differenza:si può credere in una figura x, che possiamo indicare con il nome di Dio, e questa ha in mano il destino. Ma si può credere che il Dio può scegliere a suo piacimento cosa deve accadere nel mondo, e ciò comporta la credenza nella possibilità che intervenga qualche ente superiore, se il mondo va in subbuglio; oppure si può credere che la psiclogia umana e animale, pur risultando all'uomo molto complessa, per esseri con intelletto più acuto del nostro, può risultare banale e perciò essere intuita in modo da anticipare le mosse dell'uomo e deglio altri esseri viventi su questa terra. In questo caso si crede che nulla e nessuno possano intervenire, in caso di bisogno, bensì che si rischino perennemente impatti fatali tra universi opposti. Il primo esempio di destino è ottimista, il secondo realista. - Il professore chiude il dibattito: - riprenderemo domani questo argomento, quando mi porterete una relazione scritta di almeno 4 pagine su quello che il destino, rappresenta, ha rappresentato e rappresenterà per l'uomo. Arrivederci, buon lavoro!- 

 
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