Adolfo Rebecchini

«È meglio seguire la strada, anche zoppicando, che correre fuori di essa. Perché chi continua a zoppicare sulla strada, benché avanzi poco, si va avvicinando alla meta; ma chi cammina fuori strada, quanto più corre tanto più si va allontanando dalla strada» (San Tommaso d'Aquino, Coment. Evang. S. Juan, 14,2).

 

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Dio è amore

Post n°157 pubblicato il 13 Aprile 2010 da REBECCHINI
 
Tag: amore, Dio

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aloi34
aloi34 il 13/04/10 alle 20:24 via WEB
Che dire dell’inferno? Il castigo eterno dell’inferno immaginato angosciosamente da tante generazioni di credenti, è diventato, soprattutto a partire dalla seconda metà del XX secolo, motivo di controversie, e non mancano teologi o santi così eminenti come Teresa di Lisieux , che hanno difeso una speranza senza limiti a cui avrebbe diritto ogni essere umano. Per andare direttamente al cuore del problema, la questione consiste nel sapere “ come un Dio buono può agire creando un uomo destinato all’inferno, producendo questo stesso inferno che non ha altra finalità che far soffrire e adoperandosi poi in un castigare che non conduce ad alcuna soluzione” Se affermiamo seriamente che Dio è infinitamente buono e se aggiungiamo, pure seriamente, che questo Dio è il Padre migliore che possiamo immaginare,risulta coerente( o anche possibile) che tale Padre possa far sì che esista un figlio suo che poi va a mandare a un castigo così spaventoso, così senza rimedio e così senza finalità alcuna di soluzione in nessun senso? Sappiamo che a tutto ciò si può, e si suole, rispondere dicendo che la responsabilità del castigo infernale non sta in Dio, bensì nella libertà umana. Colui che va all’inferno è perché liberamente si oppone a Dio e resiste a convertirsi dalla sua vita cattiva. Ma la verità è che, a pensarci bene, immediatamente ci si rende conto che il fatto di addossare la colpa all’uomo , per togliere la colpa a Dio , in realtà non risolve il problema. Per la semplice ragione che, con tale proposta, Dio non fa bella figura, poiché risulta enormemente incoerente che Dio abbia creato gli uomini con una libertà così condizionata e così povera che dipenda da questa disgraziata libertà un rischio così tremendo com’è la realtà di un inferno eterno. Infine , se ci appelliamo al fatto che la libertà umana non è così disarmata di fronte alla decisione definitiva della salvezza o della condanna, poiché ci è stato rivelato che Dio s’è impegnato, per suo amore, per salvarci, allora,perché parlare della perdizione e delle sue conseguenze? Se Dio vuole, veramente salvarci tutti,perché tanto discutere sull’inferno e sui suoi tormenti? E se l’impegno di Dio per salvarci può fallire , allora tale impegno divino non è così serio né tanto sicuro come si suole dire. Nel porre tali questioni, non possiamo dimenticare, logicamente, che nei vangeli s’afferma la minaccia di giudizio e condanna per coloro che rifiutano il messaggio di Gesù………………. Dall’insieme degli insegnamenti del Nuovo Testamento, ciò che si deduce con certezza è che Dio ama gli esseri umani indicibilmente più di quanto qualsiasi persona possa immaginare o calcolare. Com’è parimenti sicuro che Dio non castiga nessuno. La domanda che sempre ci rimane e rimarrà sospesa è come reagisce Dio di fronte a tanta ingiustizia e tanta offesa di alcune persone verso le altre in questo mondo. Ebbene , se siamo sinceri con noi stessi e con gli altri, l’unica cosa sensata e certa che possiamo dire , a tale riguardo, è che realmente non sappiamo , né possiamo sapere, se la “giustizia” di Dio può essere pensata secondo i nostri schemi umani di giustizia,di giudizio e di minaccia. Se Dio è Dio , è certo che agisce in modo tale che noi , che non possiamo conoscere Dio,sicuramente neanche possiamo immaginare. Dire altro, sarebbe proiettare le nostre paure, i nostri sensi di colpa e i nostri confusi desideri su ciò che in realtà ignoriamo
 
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