Mario

Piloti di Formula 1 dimenticati


Piloti di Formula 1 dimenticatiSpesso ci ricordiamo di piloti di formula 1 come Ayrton Senna da Silva che resterà un grande della formula 1, ma anche piloti del calibro del “Professore Alain Prost”oppure di Nigel Mansell Invece ci dimentichiamo spesso di piloti come Ronnie Peterson Deceduto in uno spaventoso incidente a Monza nel 1978. Pilota che guidava la mitica Lotus  e che ha provato a guidarela pur brutta ma strana e funzionale ai tempi Tyrrell P34 con le doppie ruote sterzanti.Ma ai tempi ricordo anche il grande Jackie Stewart tre volte campione del mondo e ormai dimenticato in quanto pensiamo solo ai piloti dei giorni nostri come Michael Schumacher o Felipe Massa che oggi ha vinto il gran premio di Spagna. Vi ricordate Didier Pironi quando guidava la Tyrrell 008? Mi sa di no! Io ricordo in maniera indelebile quelle auto perché dal 1976 al 1979 ero apprendista meccanico con mio fratello e molto spesso si facevano discussioni sulle auto di allora. Io avevo con mio fratello la facolta di poter toccare salire e provare auto come le mitiche BB512 Ferrari o le paurose Miura S o SW che se solo andavi sul bagnato ti impastavi al primo marciapiede perché era no piuttosto pericolose sul bagnato. Ma ritorniamo ai piloti. Un sabato a Monza vidi le prove di un altro ferrarista dei tempi: Jackie Icks che sicuramente pochi ricordano, mentre si ricordano Niki Lauda al quale sono in possesso del volante della sua Ferrari 312T.Anche Tom Price era un pilota dei tempi di Lauda ma non con una fama come la sua o di un italiano come Vittorio Brambilla carissimo che ebbi occasione di incontrare  nell’anno 1999.Ignazio Giunti altro pilota che guidava la Ferrari 312P. Nel 1971 il pilota romano avrebbe dovuto gareggiare, oltre che nel Campionato mondiale Marche con la nuova 312 P, anche in qualche prova di formula 1. Invece trovò la morte il 10 gennaio di quell’anno sul circuito di Buenos Aires, mentre dominava con la Ferrari 312 P la "1000 Km".Giunti tallonava la Ferrari 512 del doppiato Mike Parkes, quando la pista venne inspiegabilmente occupata dalla Matra in avaria di Beltoise, che il pilota francese stava spingendo a mano verso i box! Parkes evitò l’ostacolo mentre Giunti non fece in tempo: la sua Ferrari si schiantò contro la Matra. Ricordo molto bene quei tempi e gli incidenti molto spesso fatali! James Hunt era un altro pilota che era piuttosto tenace ai suoi tempi e anche lui è morto nel 1993 nella sua casa londinese: ricordarlo significa ripercorrere, seppur brevemente, una vita spericolata che ebbe il suo momento di gloria proprio con quella McLaren che oggi, ancora una volta, rappresenta la maggiore avversaria del Cavallino rampante. E di Gian Claudio Ragazzoni detto Clay? Era un altro della scuderia Ferrari e ricordo molto bene un fatto: il 30 marzo a Long Beach, nonostante l’inferiorita' del mezzo, e' al quinto posto e in piena lotta quando, al 50° giro, Clay cerca in staccata i freni, ma non li trova; si appoggia cosi' al muretto per tentare di frenare la vettura, ma contro il muro e' posteggiata la Brabham di Zuniño. Lo scontro e' inevitabile e Clay, gravemente infortunato alla spina dorsale, rimane paraplegico e non recuperera' mai l’uso degli arti inferiori. Clay e' comunque un tipo che non si arrende: perseguisce impegni sociali per la difesa dei diritti dei disabili, scrive libri e diventa commentatore televisivo. La sua passione per le corse non si era ancora spenta: con vetture a comandi al volante ha corso ancora in pista e su sterrato: Raid Panama-Alaska, Carrera Panamericana storica. Muore in un incidente stradale il 15 dicembre 2006.  Quando passo per trovare la mia famiglia al cimitero di Lambrate a milano mi fermo sempre due minuti a ricordare un altro sfortunato pilota: Lorenzo Bandini al quale Il 10 maggio 1967 morì uno dei piloti italiani più amati in assoluto dalla gente, come testimoniarono gli imponenti funerali svoltisi a Milano. Riuscito a coronare il sogno di correre per la Ferrari, Lorenzo brillò subito nel mondiale marche, svettando però solo una volta in F.1.Ricordiamoli e non dimentichiamo mai di piloti che fecero la storia dell’automobilismo!