Parlare di abbandono è sem- pre doloroso, anche se si tratta di luoghi; o unicamente di "vecchi paesi" ormai ombra di se stessi.Ma, i luoghi non sono mai del tuttoabbandonati. I nostri occhi che scrutano, nonriescono a carpire, a scoprire lefalde del tempo, con le sue intem-perie e losplendore di magnificenza, che l'uomo ha saputo regalare allo stesso.Per cui, nei luoghi abbandonati, non ci sono solo pietre, degradodi integrità di efficienza; maricordi sospesi, di un vissuto a noinon svelato, custodito, in una nota.Un invito a sognare a fantasticare,nella calda, sensazione di appaga-mento, a un desiderio a noi sconosciuto. E' come lasciarsi andare, allascoperta di piccoli frammenti, dimeccanismi nascosti allo sguardo,ma che riusciamo a percepire nellatotalità: "un immaginario quadrostorico" dove la fantasia ha il sopravvento alla veridicità, ungioco empirico di noi. Perchè sempre, dietro ad uno scorcio dimenticato si nasconde una storia,sempre pronta a svelarsi; ai più ambiziosi, ai più curiosi. Storie, che si alternano, tra le vicissitudini e lo storytelling, lanuova arte "ti racconto storie", in qualcosa di più "similitudine di noi"o solamente "metafora di vita". Rita