Non scrivere nella tempesta Lo scompiglio della tempesta nei cieli! Non scivere! Donarle la libertà - di non essere cantata, di restar sospesa sul mondo che s'imbeve d'acqua. Sono forse in grado di giudicarla di lodarla festa! delizia! ponendomi a capo, presuntuosa, del giardino sbalordito? Sono forse il suo pettegolo nemico per permettere il verso familiare seguendo frettolosamente le sue tracce discuta del burrone, della maestà del bosco? Lascio che almeno una volta la ragione sia muto testimone della natura senza aggiungere nemmeno una parola a quanto dice il bollettino del tempo: La penna che corre lungo il tavolo - è forse lavoro? E' riposo, ricompensa per il tormento della mano che sorregge la tetra pesantezza della fronte. E' passata! Riapro gli occhi. E la mia mano scrive: Non si sono incontrati - la tempesta e l'aggettivo, il mostro innamorato. Intanto con gesto infantile la mia mano riesce a accostare a sè il quaderno e scivere in ordine, con ansia, con amore, con angoscia - tutto ciò che è intorno. B.A.