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Anche Happy di Pharrell Williams è affine a una canzone di Marvin Gaye


Alessandra Bormio per RED||CarpetInsieme a Robin Thicke è appena stato condannato a pagare un risarcimento record per violazione del diritto d’autore su una canzone di Marvin Gaye. Pharrell Williams ha rischiato di essere nuovamente citato in giudizio dai parenti dell’artista scomparso oltre 30 anni. Questa volta per Happy.
A sostenerlo è Nona Gaye, la figlia dell’immenso Marvin Gaye. Dopo aver vinto una causa promossa nei confronti di Pharrell Williams e Robin Thicke, con la giuria che ha dato ragione a lei a ai suoi famigliari nel procedimento per violazione del diritto d’autore, la congiunta dell’artista scomparso nel 1984 ha dichiarato (a CBS News) che un’altra canzone, stavolta prodotta ed interpretata dal solo Pharrell Williams, ha delle forti somiglianze ad un brano inciso dal padre. Il riferimento va a Happy, a suo dire affine a Ain’t That Peculiar, registrata nel 1966 e appartenente all’album Moods of Marvin Gaye. Tuttavia, la diretta interessata ha aggiunto che non intende avviare una nuova azione legale per violazione del copyright.Martedì 10 marzo, una giuria riunita a Los Angeles (California) ha stabilito che Blurred Lines di Robin Thicke featuring T.I. & Pharrell Williams presenta - senza dubbio - elementi tratti da Got to Give It Up di Marvin Gaye, pubblicata nel 1977. Per questo motivo, Robin Thicke e Pharrell Williams, nei crediti della canzone incrimininata, sono stati obbligati a risarcire alla famiglia Gaye 7.3 milioni di dollari.Stando ai dati esposti in tribunale, dopo il rilascio di Blurred Lines - avvenuto nel 2013 - i due artisti avrebbero ottenuto profitti pari a 5 milioni di dollari ciascuno. I querelanti avevano inizialmente chiesto un risarcimento complessivo di 25 milioni di dollari. La controparte ha fatto sapere di voler ricorrere in appello.© RED||Carpet, 2015 | Tutti i diritti sui contenuti sono riservati