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L'affare Neymar dimostra che la normativa di FIFA può essere aggirata


Alessandra Bormio per RED||CarpetPer il trasferimento del calciatore dal Futbol Club Barcelona al Paris Saint-Germain Football Club, l'emiro Hamad bin Khalifa al-Thani spende circa 600 milioni di euro, buona parte dei quali arrivano dal fondo di investimento Qatar Investment Authority a lui collegato
Nel giro di un paio di giorni l'indiscrezione è diventata notizia: Neymar, calciatore del Barcelona, viene ceduto al Paris Saint-Germain. A rendere clamorosa l'operazione sono i termini economici della stessa. Si parla di circa 600 milioni di euro. A parte la questione etica, quando verificatosi striderebbe con una specifica normativa della FIFA e le indicazioni della UEFA.L'articolo 18 della FIFA impone che i trasferimenti dei calciatori avvengano sulla base di disponibilità economiche del club interessato, quindi direttamente collegate alla società. Per Neymar, l'emiro Hamad bin Khalifa al-Thani preleverebbe buona parte del finanziamento da conti del suo fondo di investimento Qatar Investment Authority. Il punto è che nessuno dovrebbe poter contestare l'affare perché sarebbero stati studiati tutti gli espedienti di natura giuridica e fiscale al fine di rendere tutto "normale".Questo con buona pace di chi ha stabilito la regola che "si può spendere solo dopo aver incassato". In Spagna è il calciatore interessato al trasferimento a pagare la clausola rescissoria al club che viene lasciato. Si potrà osservare che è praticamente certo che il brasiliano non sarebbe in grado di versare 222 milioni di euro al Barcelona. In ogni caso quel denaro non è un costo imputabile al Paris Saint-Germain. Certo è che l'articolo 18 appare aggirato.© RED||Carpet, 2017 | Tutti i diritti sui contenuti sono riservati