Creato da tony_sax il 18/02/2009

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Udinese-Milan 2-1...un risultato che riapre la lotta champions e consegna lo scudetto all'Inter

Post n°54 pubblicato il 18 Maggio 2009 da tony_sax

Il guastafeste Marino dispone la squadra con intelligenza. Pochi consigli ai suoi ragazzi: velocità costante, pressione sulle fasce dove conviene sempre stare larghi, sfruttando soprattutto la fascia destra del Milan che oppone poca resistenza. L'undici di Ancelotti utilizza invece un solo schema: la prevedibile verticalizzazione di Pirlo per Pato, puntualmente raddoppiato e anticipato. Se l'Udinese chiude il primo tempo in vantaggio 1-0, lo deve alla sua caparbietà e nella sua capacità di far girare la palla, mestiere rubato al Milan che, al contrario, non è capace di alzare il ritmo, rendendo tutto scontato. D'Agostino è il profeta: dai suoi piedi partono chicche d'autore. Compreso il cross per Floro Flores su cui commette fallo Maldini che viene ammonito. Il botto sotto la traversa è dello sesso D'Agostino: imparabile, anche se intuito. Il gol, che innesca la festa anticipata dell'Inter, è vitamina per i friulani che giocano a memoria e regalano momenti di bel calcio. Mentre il Milan, bolso e irriconoscibile, si avventura verso Handanovic di tanto in tanto in una sorta di stato confusionale. Solo Kakà, al 45', regala l'unica palla gol ai rossoneri: un tocco dalla linea di fondo per Pato, che il portiere bianconero spazza con i piedi. Filippo Inzaghi è l'immediata mossa di Ancelotti. L'attaccante prende il posto di Flamini. Ad arretrare è Seedorf, mentre Kakà si piazza alle spalle di Inzaghi e Pato. I propositi di vendetta ci sono, ma Rizzoli non vede un'entrata forte su Ambrosini. Linea di confine: l'Udinese riparte e raddoppia. D'Agostino è impeccabile anche dalla bandierina: palla che spiove e scende di colpo. Zapata intuisce da due passi e infila sul primo palo. E' il giusto premio alla squadra di Marino che gioca a testa alta e prende a schiaffi il Milan. Inevitabile al 15' l'ingresso di Ronaldinho per Seedorf; vale a dire un 4-2-3-1 con Inzaghi scortato dai tre brasiliani. Ma servirebbe ben altro. Magari un Kakà decisivo, oppure il Pato della prima parte della stagione. E' invece serata all'Udinese che costruisce la sua vittoria con autorità e bravura. A nulla serve l'avvicendamento Pato-Shevchenko: mai entrato in partita il primo, praticamente inutile il secondo. Resta da registare l'errore di Inzaghi a tu per tu con Handanovic, tra l'altro in fuorigioco. Ci pensa Dida, a dire il vero, a far evitare alla squadra una figuraccia con tre interventi alla vecchia maniera. Ambrosini di testa, al 48', accorcia le distanze, ma è troppo tardi e ci pensa il palo a dire di no a Quagliarella sul fischio finale di Rizzoli.

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