We Will Rock You

Un giorno di vita che cade. Una festa in lutto


L’ha guardata senza occhi. Inconsapevole che fosse via da se stessa.La sua voce senza intonazione, mentre le sue mani riempivano bicchieri.Sotto le scarpe un pavimento di cemento per ricchi  e sopra un cielo coperto dagli scheletri degli indiani.In quella fine senza nome continuava a fissare il suo punto di metallo cercando le parole giuste per un addio senza eco.Quando è uscito dal suo rifugio di insofferenza per salutarla con un bacio, lei ha provato vergogna.Per lui.Uomo senza viso.Aveva il suo arco per trafiggergli il petto.Ascoltare il suo rantolo di dolore e ridere.Il male si racconta. Spedisce e-mail dall’inferno e contagia con virus sconosciuti i computer degli aspiranti scrittori. Si è svegliato, ha trovato i boschi, gli alberi, i corpi, le viscere. Per vivere.Il male aveva una casa e l’ha bruciata.Aveva dei fratelli piccoli e li ha impiccati.Poi, prima di amare un ragazzo incontrato tra gli scaffali di metallo nel girone dei consumisti, ha giocato con le bambole.Le ha svezzate, cremate, divorate.Il male, che sembrava sepolto, ha dettato una lettera, forgiata con il sangue delle vergini e le fibre del cervello dei pazzi. Mab ha ucciso un ricordo.Sentiva le urla. Bisbigliava raccontando torture deliziata dal ricordo del sangue.Aspetterà di vederlo ancora.Nella processione che faranno i morti, la notte che verrà.Sabbath Bloody Sabbath