We Will Rock You

Gocce di pioggia in uno stagno di provincia


Ascolto il mio ritmo.Rispetto il mio tempo giocando a non esserci.Nascondendomi negli anfratti delle cose che mi diletto a fare, nella vita che vivo.Scrivere e ridere. Non rispondo al telefono invece, lascio che squilli mentre mi concentro nel pensare ad altro, roteando con la lingua intorno al mio punto metallico. Poi mi vedo con persone che sono troppo di tutto o tutto di niente e che comunque non hanno tempo/voglia per/di tenermi stretta.Io lo so cos’è l’amore. E non è questo.Non è un lento affezionarsi agli occhi di qualcuno.Non è non sapere cosa pensare, pensandolo.Io affittavo ogni volta un paio di ali pesanti per raggiungerlo lassù, dov’era barricato, insieme ai suoi demoni, in quel frenetico susseguirsi di illusioni temporanee e magnifiche che tutto possedevano della fortuna nella sua eccezione più eccelsa.Mi hanno riempito l’esistenza tanto e così a lungo che, ormai sparite, lasciano in pegno vorticosi mulinelli di vuoto che mi risucchiano da dentro.Gli errori commessi invece, quasi indipendentemente dalla mia volontà, hanno lasciato ferite profondissime e sanguinanti che ora bruciano.Ieri sera ci ho rovesciato su un po’ di disinfettante rosa confetto riuscendo a peggiorarne lo stato, poi sono andata a letto.Quando mi sono svegliata non ero più la stessa.Così oggi tutti notano cambiamenti di me che io non trovo.Tutti conoscono qualcosa di me che io non so.Trascorro il mio tempo grattando la mia superficie pruriginosa cercando risposte, lasciando che tutto cada in pezzi, mentre si alternano nella mente immagini sovrapposte di speranze disfatte e aspettative fallite in un addio senza eco.