Traguardi dei sensi

L'appartenenza


Ti cerco con tutto il mio corpo, strumento accordato sulle note del tuo calore. Cieco, vaga, ti attende nelle ore, ridondante di voglia liquida. Pensiero stupendo. Attendo quel sottile dolore, anello di congiunzione tra te e la mia appartenenza.
P R O L O G O Parto e mi immetto sulla tangenziale, qui i pensieri possono fluttuare, anche mentre guido. Pensieri. Immediati. Piacevoli. Lui e il suo essere. Può stare zitto. Può essere pensierosamente dolce. Ma quell'aura non se ne va, intrisa nelle sue cellule come marchiata a fuoco. Appena arriva la sua immagine, mista al ricordo della sua pelle, osservo gli effetti che hanno su di me. Turgidità, calore, contrazioni muscolari umide... Buona, lui non c'è. Non ci sente, non capisce e sta così anche dopo che talvolta la inganno. Da quando lo ha avvolto, come ritrovato e ricongiunto, è lì che vive nell'attesa. Si perché io la inganno fintamente, ma non la sazio. Si ricorda. Come io mi ricordo del momento in cui la sua estasi ha completato la mia. Indimenticabile. Un senso di appagamento totale, un distacco dalla realtà e un ricongiungimento con il punto di origine. O del suo viso mentre mi prendeva: aspro, forte, primordiale. Da adorare. Lì ho provato il sottile gusto dell'appartenenza. Tremai però ad un pensiero. Lui lo aveva capito. Ma adesso, quel "pensiero" significava Anello di congiunzione tra lui e il mio senso di appartenenza. Le macchine sfrecciano, io sono avvolta nella sua essenza, nel suo prendermi la testa e scoparmela all'infinito, finchè il tempo non si ferma, sospeso.
  E ora era lì. Non era scontato, ma era desiderato, sentito, voluto e inevitabile. Il suo corpo era lì, pelle sangue e sperma in composizione segreta. Lui mi guarda distaccato e sicuro del suo possesso. Comincia a toccarmi e a marcare il mio corpo con la lingua; arrogantemente sfrontato ogni tanto mi guarda, consapevole che mi avrebbe sovrastato qualunque cosa avessi in mente. Lo bacio e provo una sensazione di sollievo, come se mi sentissi completa solo quando ti ho da qualche parte. Tu mi prendi la testa e il tuo piacere la dirige. Fonte di miele! Vorrei berti. Ma tu non ti lasci possedere, è altrove che possedendomi sarai mio! Mentre ti divoro senza mangiarti, tu ti mostri fiero. Il tuo viso... ecco è già cambiato ed esprime la tua essenza. Ti fotografo. Tu mi filmi, vuoi immagini e voce e parole. Sei come me, un animale che cerca la sua purezza. Come vedo accendere la luce rossa, ti parlo. "Si, sono tua, come lo ero quando non c'eri, sono tua come quando mi possiedi fino in fondo al cervello, sono tua come quando mi prendi, sono tua come quando mi fai sentire unicamente la tua puttana." Mi guardi per qualche istante, e mi dici: "Dimmi dove lo vuoi" Sai bene che stavolta si completerà ciò che non è mai stato detto, ciò che non ho mai provato, ciò che ho sempre contrastato. Ma era già deciso quando si incontrano i te e i me. Quella parte del mio corpo ti è sempre piaciuta, ora la prenderai, come ti spetta e come mi spetta. Vuoi che lo dica e lo dirò. Sfami così il tuo istinto insaziabile, plachi il tuo atteggiamento mai contento, per un momento. Delicatezza decisa nel contrastare una resistenza naturale. Piano piano la mia arrendevolezza si trasforma in piacevole sensazione di forte appartenenza fino a che mi prendi completamente ed io urlo di piacere, un piacere che mi prende il cervello e che immortali. Quando la tua fiera ingorda è sazia ed esplode, mi sento portar via dal tuo orgasmo, sono parte di esso e dell'universo, e placo completamente la mia sete di te. Ti sdrai. Guardo il tuo viso. Diverso ogni volta e ogni volta mi procuri grande emozione. Ogni volta un dono di vita. A M., grande emozione della mia vita. ReineNoir