RESISTENZA

IL RISCHIO DEL LAVORO


IL RISCHIO DEL LAVOROOre 17 - Istituto di Igiene, Aula A (La Sapienza)giovedì 19 febbraio - ore 17LAVORATORI E STUDENTI A CONFRONTO SULLA CRISI ECONOMICA E SULLE LOTTE SOCIALI Intervengono:Eliana Como (Rete 28 Aprile - CGIL)Gerardo Giannone (Operaio FIAT - Pomigliano d'Arco)Riccardo De Angelis (RSU Telecom Italia)Luca Climati (Funzione Pubblica RDB-CUB) Organizzano:Resistenza Universitaria (La Sapienza)Rete dei Collettivi StudenteschiNei mesi dell'autunno “caldo” del 2008 le strade e le piazze di tutta Italia sono state invase da maestre e maestri, studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici che al grido di “Noi la crisi non la paghiamo” si sono opposti alle politiche di smantellamento del sistema formativo pubblico, alla crescente precarizzazione del mondo del lavoro, alla devastazione dei territori e alla privatizzazione dei beni comuni. Questo perché era chiaro l'intento di questo governo di uscire “da destra” dall'ultima crisi del sistema capitalista, rappresentato in questi anni dalle politiche neoliberiste e imperialiste e dallo smantellamento dei diritti fondamentali rappresentati dalla Costituzione Italiana: diritto allo studio, diritto alla casa, diritto alla tutela sanitaria, diritto al lavoro. Oggi è ancora più chiara l'accelerazione di questo governo su questa strada che approva il pacchetto sicurezza più razzista d'Europa contro gli immigrati e contro chi protesta, e che strumentalizza un dramma personale – quello della Englaro – avendo come sponda il Vaticano per attaccare frontalmente la Costituzione antifascista. in questo contesto si fa ancora più duro l'attacco del Governo ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici: l’accordo quadro sul "nuovo modello contrattuale" nazionale si configura - senza neanche l’abituale patina di mistificazione - come un autentico nuovo “patto sociale” di lungo periodo, per dare la possibilità al capitale di uscire dall'ennesima crisi di sovrapproduzione attaccando la classe lavoratrice e riproponendo condizioni di accumulazione più vantaggiose. Questo viene oggi imposto da governo e padronato con la complicità di CISL e UIL, azzerando la titolarità negoziale dei sindacati, rendendoli veri e propri agenti servili del mercato capitalistico e dell’impresa, dopo oltre un decennio di concertazione. Al di là delle abituali chiacchiere di rito e di facciata, questo accordo sancisce che il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro sarà svuotato di ogni valore (di quelli che ancora residuavano delle vecchie lotte sociali) travolgendo tutti i fattori di unità politica e materiale che ancora permangono nel mondo del lavoro.  Inoltre il potere d'acquisto dei salari cadrebbe ulteriormente, gli aumenti salariali divengono delle variabili occasionali comunque legate alla “produttività” (= profitti) di ogni singola impresa e, dulcis in fundo, si colpisce a morte il diritto di sciopero facendo scegliere a governi e padronato i sindacati che possono dichiarare sciopero in maniera per loro "innocua". Lo stesso richiamo del governo a scrivere "regole comuni" per la rappresentanza entro tre mesi assume il sapore di ulteriori strette antidemocratiche per escludere i lavoratori e il sindacalismo conflittuale dalla possibilità di incidere nella lotta di classe. Tutto ciò metterà alla prova la CGIL, tutte le organizzazioni del sindacalismo di base e tutti i delegati e compagni autorganizzati che, spesso in maniera isolata e sfidando la repressione aziendale e statale (come avviene ancora oggi negli stabilimenti FIAT, nelle Ferrovie, nelle principali catene della grande distribuzione) si battono per mantenere viva una voce ed una azione indipendente di denuncia, di mobilitazione e di lotta.  Come il 12 Dicembre siamo scesi in piazza al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici per gridare insieme “noi la crisi non la paghiamo”, anche  oggi, 13 Febbraio, siamo in piazza per difendere il diritto costituzionale al lavoro.  Il 19 febbraio, Facoltà di Igiene (La Sapienza), ore 17.00 discuteremo di tutto questo, per continuare a lottare e difendere il diritto al lavoro e allo studio, per una università pubblica, laica, di massa e di qualità per tutti e tutte.