Lady Juliette

Gioco Gara: all'ombra dei perchè - Arabeschi di ombre crepe sigillate nella mia anima


 
  Arabeschi di ombre crepe sigillate nella mia anima  All'età di 14 anni mio padre mi sistemò al convitto. Era dell’idea  che stare in gruppo, aiutava molto la mia difficolta  nel socializzare. Convivere con gli altri per me fu peggio. La vita lì era dura e mi sono chiusa ancora di più. Mi piaceva stare molto sulla banchina del parco, al centro della Capitale, a  meno di 500 metri lontano dal convito. In quel parco ho conosciuto, Ergy. Un ragazzo che finì in un carcere politico: con la motivazione: “agitazione e propagande”. Amava la vera  libertà.  All'epoca , bastava che qualcuno segnalava,  che ascoltavi i canali televisivi stranieri, oppure che  leggevi i libri gialli, cosi detti “decadenti” e,  il  giorno stesso, ti trovavi dietro alle sbarre.   Stavo da sola, in quel parco, durante il tempo libero,  con qualche libro in mano o meditavo per conto mio. Lui  veniva sempre con la sua chitarra… Eravamo  molto diversi, Io, ero composta e rigida, e parlavo  del  mio violino classico. Lui, un allievo ribelle del ginnasio, sembrava vanitoso,  aveva solo  la sua chitarra ed era   fans di Eric Clapton, ma dietro alla sua corazza si nascondeva la sua bellissima anima. Suonava molto bene.. Io  creavo i versi e lui la melodia…Cosi siamo innamorati. In quella  via  per la prima volta la baciai, non sapevo baciare, ma sentivo dentro di me che ormai ero cresciuta… Non dura molto, soltanto due anni,  perché istitutrice chiamò  mio papa  e li raccontai che io mi ero innamorato con un  “ribelle”. Al mio  padre li bastai soltanto il pregiudizio_ standard della istitutrice e del  corpo pedagogico. Mi sono licenziata da questa scuola e mi hanno registrata  in un'altra scuola..  Fu  dura. Non dimentico mai quel giorno. Sono uscita  dal cortile del convito e li davanti  mi aspettava mio padre. Lui non degnò n’anche guardarmi, soltanto mi strappai la valigia  dalle mie mani e andammo verso alla stazione del treno… Per mio padre mi dispiaceva tantissimo. Ero piccola, e lui mi ha cresceva con l’aiuto della mia nonna. Non dimentico mai quando lui mi disse:-    Perché mi hai deluso!Ho visto per la prima volta nella mia vita, quei occhi di una tigre arrabbiato e ferito ma altre tanto spaventoso di quella  bambina cresciuta nella  solitudine,  ma “ribelle” dentro ti sé… Il mio eroe piangeva come tutti i mortali. Mi  sembrava troppo tenero e il momento istinto d’amore mi spinse di rompere rabbia e lanciarmi nel suo petto amoroso e dirlo:    -    Papà di veglio bene! Ma, non ho fatto…e non so “il perché_ preciso”,  perché non ho fatto… Come non so:  “il  Perché”  debba  morire innocente, in carcere politico  un ragazzo 18 anni, come Ergy  che amava la libertà . Come non so tanti “Perché” di quelle anime innocente fondato nel mare, mentre fuggivano…?... Come non so il “Perché”  quando  miei nonni a Bosnia, li  bruciarono la casa…e la loro disperazione vagare nelle vie scapare dalla guerra...gli ho incontrati  dopo guerra e  non riuscivo vedere i  occhi  di mio nonno se erano di rabbia,  o sconfitti e pieni di acquazzoni…notavo solo la sua testa inclinata e sporgeva davanti come un macigno. Come non so “il perché” dell’ “incidente” della mia Zia, ustionata con napalm sin alla ossa, gettata  sotto la  porta della sua casa nella  cuore della notte… Come non so “Il perché” fuggire  dalla tua terra, e alla fine NON CAPISCO  Perché   tanta violenza  e ferocità  umano con gli umani…e “Perché”  tanta cattiveria  umana…(?)  …  Indago, pero rimango agnostica, più scettica da prima  in cui  dopo ogni risposta  mi rimane un punto interrogativo. Cerco di dare qualche spiegazione sociale, pero moltissime dilemma una dopo l’altra si eclissino. Ho cercato di capire  qualcosa  nella  fede, sono laica, ma  in tutto le credenze e nelle tutte le lingue  ho trovato l’espressione: La gerarchia celeste ha i suoi angeli_luce…   Non so se ho creduto per causa di quella luce che è dentro di noi…o perché ho percepito cosi bucolico ,e cosi terapeutiche questa espressione.Le sconfitte offrono  l’ infinite vie o labirinti  “di fughe” di incredibile precipizi .. ed io entro, a far parte di un’eredità ancestrale, sprofondare nell’oceano del tempo, oltrepassando gli abissi del cuore e trovare mille screziature del sole sulle onde,  e riemergersi, afferrare un l’asse di bordeaux per affrontare il presente…! I tempi scorrono rapidi, le domande sono le stesse, ma quel macchia nera  come metastasi pian pianino  non e infiammata . Al posto di quella  fibroma,  un embrione bello e lucido ogni tanto vibra.. spesso alzo  gli occhi verso il cielo verso quel porzione di luce sopra di me.  Dall’isola stellare l’anima si fornisce, con bellezza, tranquillità, affetto, e con quel feeling  fra la terra e continuità celeste…