Giocando alla lippa con le nespole Null'altro che un gioco da ragazzi palla e calci indiscriminati contro il muro a chè ci passi oltre un rimbalzo che alla fine vada lontano. Provare e riprovare mi dicevi: più facile che alla lippa legnosa fendenti, sciabolate sibilanti; più facile che a noccioline matte grosse, pesanti a scomporre mucchietti e masticarne il bottino scarso però gustoso, come quello in nespole. I frutti che facevi piovere dall'alto: io bimbo seduto sulla coperta le raccattavo curioso e intento; tu giovane, agile e sospeso acrobata nel cielo di fogliame. Un gioco da ragazzi era per te calciare la sorte a partita persa fratello che da tanto sei fuggito prima ancora che venisse a trovarti della morte ti eri già smarcato. E quanti sentieri a mosca cieca matrigna nodosa la morte muta tra i rovi e le more grosse spina di follia per un ultimo gioco che a sè ti riconducesse lacero.