Lady Juliette

Nuova Traccia:L'infinito - Radovicka: Ogni tanto mi fermo, per gioire e capire gli occhi dell'infinito...


  L’Infinito : partita che gioca contra il limite e, uomo ereditario, argilla_prometeica, di virtù psiche, gerarchia della mente, connessa nei vincoli turchese, diramati  in Y : fantasmi (spettri) connettivi o voce maestri. L'infinito, capillari dell’intrecciatura d’arcano del vecchio cielo dove le stelle ricominciano, mentre uomo “passeggero_interprete” dello spettacolo della nullità, nella melodramma dell’esistenza. Noi muse, guardiani di ansia, fughe seducente, attori, in cui crediamo d’amare e intuiamo di essere in grado di consolare le e, i feriti. Noi nell’Universo: cupidi e neutrali, indifferenti e, possessori che fantastichiamo, crediamo saper comprendere. Dimostriamoci romantici nel sentir la luce di oriente che spegne le prime stelle e udiamo il dolce mormorio della brezza di sera, piccoli faraonici nel solennità di Osiride. Noi, abitanti di etere, coinquilini della distanza, che ogni giorno più ibridati, simbiotico di  bio_cibernetici, esauriti nel banchetto_ sodisfati del clic “ mi piaci”. Noi_ fuggevoli, bermudiani e pinocchietti un po’di Circe e, un po’d’eroe, che veleggiamo, nel spiraglio del interiorità gridata, trapassando una riva all’altra del nostro Acheronte. Noi, darwiniani, successori d’erudisti delle caverne, eppure falliti di cromosomici nella teoria dell’amore. Noi, i comuni mortali, esseri sociali, aperti verso gli altri e, aprire per gli altri, eppure non poco rudimentali d’Abele e Caino. Noi, scultura di Mose colti, mesti, rabbiosi e, quasi sempre insoddisfatti, condannati nella perfezione. (Michelangelo dopo scolpito, gli tira addosso le martellate e urla: Perché non parli!). Noi, impastati di materia fragile, ammalati e sofferenti, convertiti sulla interiorità gridata e lotte di permettersi esistenza senza l’affanno. Noi spaziali, profani e scettici, delusi o illusi, e il cardino delle stelle, non la seppelliamo mai. Noi che con il nostro iride continuiamo sfiorare i astri, venerare i orizzonti e quando capita che l’accento camaleontico antropico, si sincronizza con le  cadenze dell’ “arte_  light”,  opachi meteoriti  iniziano cavare le barriere  ed il tangibile “fiato argento” ti sorride, come se fosse l’ ammiratore segreto, usurpandoti  i sensi. Davanti a Te l’armonia insondabile, la più suggestiva; Il Duomo d’Infinito. La Cattedrale più naturale che c’è,  ti apre il sipario; Appello del Te stesso. Contemplarla, capiamo che, non si comincia da un “pensare”, ma “osservare” (lo sguardo charme di “illuminazione”, che attrae nel “aderire”)…No so, se da qualche parte c’è il paradiso, ma il Volto Incantevole del Cosmo, dell’infinito, quello la vedo. I suoi occhi anche; e continuo a credere che il mio respiro sarà staffetta per un altro respiro. E la mia creta sarà un micro frammento di qualche stella, o gocce di  un ruscello, oppure parte di qualche roccia, o chioma, o vento, o fiocco di neve. Ogni piccolo dettaglio dell’infinito  è, straordinario, formidabile deliziosa vibrante d’energia totale, Suono della Polifonia eterna… Per adesso ogni tanto mi fermo, per gioire e capire gli occhi  dell’infinito: a volte rabbiosi e a volte reverenti,  assomigliano ai miei… Ornela radovicka 
 Nota * l’uomo moderno, colto, dopo due mila anni,  giace sul bordo illimitato del tempo, e ancor  oggi: egoistico, omofobo, giudica ancor per il color della pelle e, del accento diversamente dal suo, disprezza muscoli diversamente abili, spargere sangue di umani e animali, continua di non sentire la crudeltà dell’uccisione, radicando ogni giorno la più razzista delle assioma: il diritto del più forte!!! È il tempo che dovrebbero smettere e dir_ Basta con quel latto atroce, e mettere in azione lo statuto che:  “uso_ uomo _ nello spazio” è, come qualunque animale vegetale... L’infinito è, la Nostra Costituzione.Ornela Radovicka