Creato da Lady_Juliette il 07/02/2011

Lady Juliette

Giochi e Gare di nuovi Autori da conoscere su pensieri, prosa, poesia, racconti. . . tutti meravigliosi respiri di parole dell'anima, tutti vincitori nella creatività, nei contenuti, nelle forme e nella fantasia, nell'impegno e nel donare parti della propria anima nella complessità dei vari giochi, dove sanno creare composizioni che donano emozioni, riflessioni e unione di sentimenti. Momenti condivisi dall'amore per la scrittura, dalla bellezza dei pensieri come abbraccio al sentire altrui che unisce nel sentirsi parte della meraviglia della creatività umana.

 

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Gioco Gara : all'ombra dei perchè - Le zampe della formica

Post n°530 pubblicato il 03 Maggio 2012 da Lady_Juliette
 

 

Le zampe della formica


Quante zampe ha una formica, sei, otto, dieci, che importa… è una formica e basta. Per troppo tempo ho creduto che notizie del genere fossero insignificanti per un uomo alle prese con la propria quotidianità, le aspettative della vita, il senso delle azioni, ma arriva il giorno in cui anche un insetto assume una certa rilevanza nel panorama esistenziale.

Le lancette dell’orologio del Municipio segnano le ore 11.57. La temperatura è apprezzabile, quasi primaverile. Ho tra le mani un pezzo di carta dalla grafia illeggibile, la gente affrettandosi nel proprio moto mi sfiora continuamente, sembra divertirsi a provocare la mia suscettibilità.

Oggi c’è traffico di pensieri, tutti uguali questi dottori, così incomprensibili nel loro giro di parole utili a farti sentire inutile. Sono appena uscito dallo studio del medico di famiglia; mi ha annunciato che i valori delle analisi non promettono nulla di buono, potrei avere un cancro. Mi ha esortato ad andare da un oncologo… “Fatti prescrivere esami più appropriati, ma occhio a non fasciarti la testa prima di rompertela!”. Che frasi stupide dice talvolta la gente, prima ti colpisce con un pugno e poi ti chiede se hai dolore. Ora sto pensando a centinaia di persone e forse a nessuna, sto meditando su come impiegare gli ultimi momenti…, analizzo il presente e se potessi farei lo stesso con la mia vita precedente.

Un alito di vento accarezza lo scritto che stringo tra le mani, non riesco a rimanere saldo alla realtà e viaggio nel crudele mondo di questo momento.

Avrò la dignità di morire con garbo, saprò godere di ogni stilla di vita fino a quando le forze me lo permetteranno…?

Oppure mi lascerò sprofondare nella depressione più totale, abbandonando ogni speranza fin da ora, annegando nel mare di perché tra miliardi di persone il destino ha scelto proprio me… chissà!
Come trascorre gli ultimi attimi d’esistenza un condannato a morte… Una signora tituba prima di chiedermi: “Scusi, sa indicarmi un bar?”. Vorrei divorarla come il ragno fa con la formica e risponderle “Vada al diavolo!”, ma le parole hanno avuto timore della luce e così si allontana vedendomi imbranato…, se sapesse. Dove vado, cosa dico alle persone che conoscono la serenità dei miei occhi.

Se taccio nessuno saprà nulla fino alla logica conseguenza degli eventi, ma soprattutto, non mi assilleranno le frasi senza senso del tipo… “Come ti senti oggi?”.

Se parlo, invece, tutti mi osserveranno con pietà e mi trasformerò in uno zombi fin da subito.
Come sorride un malato terminale, come ci riesce.

Non ho mai capito se coloro segnati dalla maledetta spunta del destino siano ignoranti o recitino solo una parte per vincere la tentazione di urlare al mondo intero “Io non voglio morire”.

Sono le 11.58 e sono ancora immobile in un punto buio di questa giornata di sole. Cosa dovevo fare? Ah, si l’oncologo…, dovrei prenotare una visita.

Un bambino mi urta con la bicicletta, ma non mi accorgo di   nulla se non fosse che l’alieno del padre mi chiede scusa. Ha una voce molto lontana e le mie forze sono pressoché inesistenti, sarà che la gravità nello spazio è totalmente assente. Alzo la testa ed in pochi secondi riesco a notare il tram che transita, una macchina che frena, un colombo che plana, la torre del Municipio nel cielo terso. Mai stato così rapido nel pensare di morire, ma dove trova la gente il coraggio di suicidarsi…, non so.

Sono le 12.00, ho telefonato ad Erica per dirle che l’amo, mi ha risposto “Non ti muovere, vengo a prenderti!”. Ha capito tutto.

Mi guardo in giro, sembra che tutti sappiano di me…, “Guarda mamma quello lì ha il cancro”.

Le idee sono pesanti, le ossa fanno male, tossisco a fatica e gli occhi un po’ mi bruciano. Credo che il serpente avanzi, o sto semplicemente somatizzando le paure.
La intravedo mentre parcheggia.

Sono le 12.05, eccola che arriva ma non le dico nulla che ha lasciato troppo spazio dal marciapiede, non avevo mai notato quei tratti di sole impressi nei suoi capelli.

Il profumo dei suoi vestiti inebria l’universo ancor prima che si avvicini ed i colori della sua presenza ridonano senso al grigiore di questo inferno. La pelle liscia al tatto mi disseta, il suo abbraccio mi nutre. Mi sorregge un attimo mentre vengo colto da un mancamento e piangiamo senza che un suono disturbi la consapevolezza. Quanto chiasso fa il silenzio quando tutti urlano intorno, quanto rumore fanno le parole che non si riescono a pronunciare.
Alle ore 12.10 mi tiene per mano iniettandomi nuova carica per lottare, godere, vivere, il suo sguardo deciso punta diritto al mio e sorridendo mi chiede: “Ma lo sai quante zampe ha una formica?”

Rimango dapprima basito per la domanda e poi sbotto: “Ma che mi frega degli insetti, sei stupida? Io ti chiamo per chiedere aiuto e tu mi assilli con queste domande del cavolo, e poi, perché dovrebbe interessarmi sapere quante zampe ha una formica…”

Lei abbassando un po’ lo sguardo replica: “Perché il dettaglio di quel che vive intorno a noi non dovrebbe passarti inosservato. E’ un po’ come non conoscere il colore dei bottoni dei vestiti che indossiamo. Tu lo sai di che colore sono i bottoni della tua giacca?”


“Grigi, credo”

“Sbagliato, sono neri con sfumature antracite…”


Cinque anni sono trascorsi da quei momenti interminabili. Ho lottato, ho sperato, ho pregato, ho sofferto l’esito di un responso, qualche volta ho riso ed altre volte ho pianto. Da allora c’è una spada conficcata nei miei pensieri, a ricordarmi che l’importanza delle cose dipende da quel che noi attribuiamo alle stesse.

Anche questa mattina alle 11.57 ho celebrato il destino della mia nuova vita e sono tornato in quel punto per dare valore a quegli attimi vissuti. Non ci sono invitati alla mia festa, nessuno mi onora di preziosi regali.

Ogni anno lo stesso rito per osservare tutto ciò che abbia il significato di un trascorso che avrei potuto non vivere…, la goccia che gronda, un riflesso, il colore di una scarpa, il fumo che fuoriesce da un tombino, il cameriere del bar che prende le ordinazioni, la scintilla al passaggio del tram…; a proposito di formiche…, oggi ne ho notato una fila mentre sedevo su una panchina ed ho catturato la più grande. Vedeste come si dibatteva, eppure bastava che stringessi un po’ la presa e l’avrei disintegrata. Lottava inconsapevole del destino che IO avevo tra le mani. Gli ho contato le zampe ed ho sorriso ricordando la domanda di Erica, mentre un passante ha creduto che fossi fuori di testa. Poi, delicatamente ho lasciato che fuggisse via, ho alzato gli occhi all’orologio del Municipio e mi sono incamminato verso casa, ora che finalmente ho imparato ad amare la vita, nella speranza che il destino mi abbia perdonato.

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Commenti al Post:
unpodeaunpobefana
unpodeaunpobefana il 03/05/12 alle 17:10 via WEB
Ricordo questo toccante pezzo di vita, lo lessi tempo fa sempre qui. Questo è davvero il più grande perché che un uomo si pone... Perché a me. Riproporlo è in questa tematica è stata una buona idea.
 
Sky_Eagle
Sky_Eagle il 03/05/12 alle 18:10 via WEB
Molto bella la descrizione dell'incontro tra lui e lei..
Molto delicato il tutto..
Il perchè della Vita stessa a volte la perdiamo di vista.. I perchè ci fanno riflettere anche se ci costano fatiche, sofferenze e magari le risposte non sono così immediate ma si capiscono vivendole giorno dopo giorno, passo dopo passo, con il coraggio di ognuno..
 
nelsilenziodellasera
nelsilenziodellasera il 03/05/12 alle 19:05 via WEB
è vero... l'importanza delle cose dipende da noi e dal valore che le diamo... molto bello
 
P.P.65
P.P.65 il 03/05/12 alle 19:26 via WEB
Non è facile la narrazione di un argomento che è comune a molti di noi, cercando di non scivolare nel patetico.
 
Katartica_3000
Katartica_3000 il 03/05/12 alle 19:37 via WEB
Meravigliosamente toccante...e anche carica di speranza!:-)
 
perla88s
perla88s il 03/05/12 alle 22:21 via WEB
Un post già letto ma sempre toccante!
 
ro.sheen
ro.sheen il 03/05/12 alle 23:19 via WEB
Vita che diventa viva nel non lasciare scorrere via gli attimi e le piccole cose senza averne respirato e assorbito la bellezza e la meraviglia. Un perchè a me che sembra sgretolarsi nell'esplosione di attribuzione di senso a ciò che ci accade e a ciò che incontriamo per viverne intensamente le sfumature accorgendosi di ciò che prima non si vedeva quando si andava avanti senza tempo. Un inno alla vita respirata che coglie la preziosità dell'attimo, che nel dolore rinasce, riparte disposta all'incontro con la bellezza delle piccole azioni, cose e dettagli. E dà testimonianza e dona forza nella condivisione di sensazioni, emozioni, stati d'animo, paure, perchè...molto bella, è vita...rosheen
 
lascrivana
lascrivana il 04/05/12 alle 07:13 via WEB
Come lame conficcate nella pelle questi perché trafiggono qualsiasi aspettativa della vita si avesse avuto. Il resti si dissolve nell'attesa di queste domande che si prolungano anni. Questo tipo di manda non fa male solo a chi se la pone. Sapessi l'abisso in cui si scende quanto ti viene posta guardandoti con occhi disperati ... sprofondi e anneghi in quell'abisso di dolore. E le formichine che vedi e che vorresti far vedere a chi ti ha fatto le domande ... non le vedi nemmeno più tu. Se un giorno mi dovesse toccare tale sorte:farò come il coniglietto del post precedente;mi ricaccio nel cappello e mi beo delle mie illusioni.
 
nefertiti704
nefertiti704 il 04/05/12 alle 17:23 via WEB
Argomento difficile da trattare quello dei malati di cancro; poteva scadere nel banale oppure in un piagnisteo melò.. tu sei stato/a in grado di by passare tutto questo e lo hai fatto con molta serenità.
 
o3radovicka
o3radovicka il 05/05/12 alle 08:30 via WEB
…Autenticità-realistica… leggerezza cosi fluida, in cui si diluiscono il dolore con i valori della vita… Cosi toccante…sino ad emozionarsi… cosi fitta che punge e divenne cosciente e malinconica e tutto ciò si trasforma nella voglia di vivere e soprattutto il rispetto per tutto ciò che ti circonda… ti rende conto che sei parte di questo universo…e da qualche angola della stella ci fermeremo a brillare ma nel fra tempo questi momenti duri come se ti diano coraggio: Ei, non perdi tempo vivi il momento!!!!... … Noto un maturità nello stile della prosa… I versi non sono ripetiti…La retorica, comprende la risposta al interno del contenuto... capacità nel descrizione fisico dell’ ambiente e il profilo psicologico del personaggio… La sintesi dolore_ forza…Tutto respira in questo pezzo e diventa cerebrale…!!! ( facile scrivere… ma chi vive in questi condizioni e trasformano il dolore nel mille sfumature sono veramente anime meravigliose… i veri umani.. Complimenti per sensibilità umana e per la bravura…radovicka
 
 
P.P.65
P.P.65 il 20/05/12 alle 22:21 via WEB
Ciao o3radovicka sono lusingato del tuo bellissimo commento. Grazie Giuseppe
 
   
o3radovicka
o3radovicka il 20/05/12 alle 22:38 via WEB
E, in fatti de lo dato cinque… :) unico che lo ho dato cinque punti… sono sincera e coerente con me stessa… e con tutto ciò che lascio in giro scritto… Grazie per l’ emozioni che mi ha regalato… complimenti ancora con il tuo splendido pezzo!! con cuore radovicka…!!!
 
ComPensAzione
ComPensAzione il 05/05/12 alle 10:51 via WEB
Quando la vita colpisce inaspettatamente ci si rende conto improvvisamente dell'importanza delle piccole cose , cambiano i valori e le aspettative ... si gusta ogni momento , ogni giorno, ogni mese ed ogni anno ... profondamente bella.
 
Lady_Anima
Lady_Anima il 05/05/12 alle 13:42 via WEB
quando untiro avverso del destino mette con le spalle al muro, la visione del mondo cambia, a cominciare da dettagli che prima si ritenevano insignificanti. Così in una mutata prospettiva del modus vivendi subentrano perchè che prima non prendevamo in considerazione, e che possono rivelarsi o salutari o letali, dipende dall'esito delle singole vicende.
 
Omut_I
Omut_I il 05/05/12 alle 16:42 via WEB
...riletta volentieri...intensa e ricca ^___^
 
A.Dr.Faust
A.Dr.Faust il 06/05/12 alle 02:08 via WEB
Lo immagino, ora che sa quante sono le zampe di una formica, scrollare il capo, raddrizzare le spalle, tornare verso il suo amore.
 
alfazulu31
alfazulu31 il 06/05/12 alle 10:07 via WEB
Leggo che è una storia conosciuta, ma non per me. Leggo e trovo risposte a domande che anche pochi giorni mi facevo con un'amico. Ne abbiamo seppellito Uno 10 giorni fa. Con l'amico ci si chiedeva "Ma non ti senti in colpa che non abbiamo mai niente io e te?", "come avremmo reagito noi?". La salute, che non abbiamo mai sottovalutato, diventava colpa nell'accompagnare a volte per anni qualcuno che ci chiedeva "il primo che si mette a piangere lo riempio di botte" e correvi fuori, sotto la pioggia o sotto il sole, accendevi l'auto e ti fermavi al primo angolo a piangere, che non potevi farti vedere...Qui trovo le risposte, quella reazione ostica, quel mischiare nel corso della malattia lacrime a sorrisi, quella risposta che "hai" saputo dare alla tua domanda cruciale:
"Avrò la dignità di morire con garbo, saprò godere di ogni stilla di vita fino a quando le forze me lo permetteranno…?"
Questa è la domanda che ci si faceva l'altro giorno...
Passaggi di spessore: "“Non ti muovere, vengo a prenderti!”. Ha capito tutto."
Perdonami ma non è un racconto, ma una pagina di vita...vorrei chiederti "come ti senti oggi?", ma non so dove sei.
Inno all'uomo, alla forza che deve trovare di fronte al buio che più buio non c'è, e a trasformare ancora tutto in Vita. Ciao
 
 
P.P.65
P.P.65 il 20/05/12 alle 22:20 via WEB
Rispondo ad alfazulu che mi sembrava molto preoccupato della mia salute ^___^. Questa storia per fortuna non è autobiografica, ma mi sono immedesimato nei panni di una persona che ho avuto vicino nell'ambito lavorativo e che fino ad oggi ancora combatte con fierezza con il male che l'ha ferito più psicologicamente che fisicamente. Ho provato ad analizzare ogni singolo suo pensiero, ed ogni dettaglio di una vita che il personaggio aveva già dato per finita.Buona serata Giuseppe
 
ladymarianna0
ladymarianna0 il 06/05/12 alle 19:51 via WEB
La condivisione di questo brandello di vita è un gesto di coraggio ma soprattutto è un messaggio di speranza.
La nostra esistenza è costellata di particolari e sfumature, anche se troppo spesso diventano invisibili ai nostri occhi indaffarati frenetici, protesi verso chissà che... Eppure è la somma delle piccole cose e dei particolari che costituiscono il TANTO cui tutti aneliamo.
Nella nostra nascita è insita la nostra morte, come nella fine sta il principio...
Grazie di cuore per questo tuo prezioso contributo...
Un forte abbraccio, Monica
(p.s.: alla fine non ci hai svelato quante zampe ha una formica....) Baci
 
alice_insonne
alice_insonne il 07/05/12 alle 14:50 via WEB
Non riesco a commentare, ma lascio traccia del mio passaggio tra queste righe che non mi hanno lasciata per nulla indifferente.Alice.
 
woodenship
woodenship il 09/05/12 alle 18:35 via WEB
Un'esperienza,null'altro che un'esperienza,ma quanto sangue ci scorre in quelle righe.E nessun perchè in grado di condensare le mille domande che possono sprigionarsi da un semplice referto,un pezzo di carta come altri.............W..............
 
anonimo957
anonimo957 il 12/05/12 alle 11:17 via WEB
'il destino mi abbia perdonato' il destino purtroppo non perdona , siamo noi stessi che dobbiamo perdonarci
 
N_E_M
N_E_M il 16/05/12 alle 15:29 via WEB
in certi momenti della vita si perde di vista la bellezza delle cose semplici e sotto agli occhi quotidianamente, rendersene conto davanti a "incidenti" come la malattia é un modo per rinascere. Un sorriso
 
gradiva1940
gradiva1940 il 18/05/12 alle 01:28 via WEB
Una pagina di vita molto vera e toccante e purtroppo per niente rara. Un momento di vita che ho vissuto accanto a mia madre nel suo grande dolore fisico, oltre che lo sconvolgimento della sua e delle nostre vite. E' in quei frangenti che ci poniamo i perchè più difficili, le cui risposte non possono essere la facile comprensione della malattia. Sono perchè che nascono dal profondo dell'anima e ci lasciano muti e sgomenti. E' quella l'ora in cui capiamo mille cose, in cui ci aggrappiamo a tutto, appunto anche a una formica, pur di vivere e vedere ritornare la vita sul volto di chi sta morendo. Mai dimenticare cmq. che sono le piccole cose che fanno le grandi cose.
 
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