Creato da Lady_Juliette il 07/02/2011

Lady Juliette

Giochi e Gare di nuovi Autori da conoscere su pensieri, prosa, poesia, racconti. . . tutti meravigliosi respiri di parole dell'anima, tutti vincitori nella creatività, nei contenuti, nelle forme e nella fantasia, nell'impegno e nel donare parti della propria anima nella complessità dei vari giochi, dove sanno creare composizioni che donano emozioni, riflessioni e unione di sentimenti. Momenti condivisi dall'amore per la scrittura, dalla bellezza dei pensieri come abbraccio al sentire altrui che unisce nel sentirsi parte della meraviglia della creatività umana.

Messaggi del 03/05/2012

Gioco Gara: all'ombra dei perchè - I colori dei miei perchè...

Post n°531 pubblicato il 03 Maggio 2012 da Lady_Juliette
 

 

 

I colori dei miei perchè...

"I perchè" fanno muovere il pensiero delle persone.
"I perchè" ci assalgono, ci accompagnano, ci perseguitano,
ci rendono vulnerabili ma curiosi della e alla Vita.

I miei "perchè" son tanti e svariati.
Alcuni stanno nell'ombra, solitari e senza risposta (di colore neri, oscuri);
altri navigano verso la superficie (con colori in chiaro-scuro);
altri ancora mi aiutano a vivere spronandomi (mille colori e sfumature, blue, verde smeraldo, rosso, giallo...).

Non dobbiamo nasconderci ai nostri "perchè" ma esserne Amici senza temerli, rendendogli così la Libertà e la Spensieratezza che meritano senza imprigionarli in noi stessi, ma farli fuori-uscire come lava per esser capiti...

 
 
 

Gioco Gara : all'ombra dei perchè - Le zampe della formica

Post n°530 pubblicato il 03 Maggio 2012 da Lady_Juliette
 

 

Le zampe della formica


Quante zampe ha una formica, sei, otto, dieci, che importa… è una formica e basta. Per troppo tempo ho creduto che notizie del genere fossero insignificanti per un uomo alle prese con la propria quotidianità, le aspettative della vita, il senso delle azioni, ma arriva il giorno in cui anche un insetto assume una certa rilevanza nel panorama esistenziale.

Le lancette dell’orologio del Municipio segnano le ore 11.57. La temperatura è apprezzabile, quasi primaverile. Ho tra le mani un pezzo di carta dalla grafia illeggibile, la gente affrettandosi nel proprio moto mi sfiora continuamente, sembra divertirsi a provocare la mia suscettibilità.

Oggi c’è traffico di pensieri, tutti uguali questi dottori, così incomprensibili nel loro giro di parole utili a farti sentire inutile. Sono appena uscito dallo studio del medico di famiglia; mi ha annunciato che i valori delle analisi non promettono nulla di buono, potrei avere un cancro. Mi ha esortato ad andare da un oncologo… “Fatti prescrivere esami più appropriati, ma occhio a non fasciarti la testa prima di rompertela!”. Che frasi stupide dice talvolta la gente, prima ti colpisce con un pugno e poi ti chiede se hai dolore. Ora sto pensando a centinaia di persone e forse a nessuna, sto meditando su come impiegare gli ultimi momenti…, analizzo il presente e se potessi farei lo stesso con la mia vita precedente.

Un alito di vento accarezza lo scritto che stringo tra le mani, non riesco a rimanere saldo alla realtà e viaggio nel crudele mondo di questo momento.

Avrò la dignità di morire con garbo, saprò godere di ogni stilla di vita fino a quando le forze me lo permetteranno…?

Oppure mi lascerò sprofondare nella depressione più totale, abbandonando ogni speranza fin da ora, annegando nel mare di perché tra miliardi di persone il destino ha scelto proprio me… chissà!
Come trascorre gli ultimi attimi d’esistenza un condannato a morte… Una signora tituba prima di chiedermi: “Scusi, sa indicarmi un bar?”. Vorrei divorarla come il ragno fa con la formica e risponderle “Vada al diavolo!”, ma le parole hanno avuto timore della luce e così si allontana vedendomi imbranato…, se sapesse. Dove vado, cosa dico alle persone che conoscono la serenità dei miei occhi.

Se taccio nessuno saprà nulla fino alla logica conseguenza degli eventi, ma soprattutto, non mi assilleranno le frasi senza senso del tipo… “Come ti senti oggi?”.

Se parlo, invece, tutti mi osserveranno con pietà e mi trasformerò in uno zombi fin da subito.
Come sorride un malato terminale, come ci riesce.

Non ho mai capito se coloro segnati dalla maledetta spunta del destino siano ignoranti o recitino solo una parte per vincere la tentazione di urlare al mondo intero “Io non voglio morire”.

Sono le 11.58 e sono ancora immobile in un punto buio di questa giornata di sole. Cosa dovevo fare? Ah, si l’oncologo…, dovrei prenotare una visita.

Un bambino mi urta con la bicicletta, ma non mi accorgo di   nulla se non fosse che l’alieno del padre mi chiede scusa. Ha una voce molto lontana e le mie forze sono pressoché inesistenti, sarà che la gravità nello spazio è totalmente assente. Alzo la testa ed in pochi secondi riesco a notare il tram che transita, una macchina che frena, un colombo che plana, la torre del Municipio nel cielo terso. Mai stato così rapido nel pensare di morire, ma dove trova la gente il coraggio di suicidarsi…, non so.

Sono le 12.00, ho telefonato ad Erica per dirle che l’amo, mi ha risposto “Non ti muovere, vengo a prenderti!”. Ha capito tutto.

Mi guardo in giro, sembra che tutti sappiano di me…, “Guarda mamma quello lì ha il cancro”.

Le idee sono pesanti, le ossa fanno male, tossisco a fatica e gli occhi un po’ mi bruciano. Credo che il serpente avanzi, o sto semplicemente somatizzando le paure.
La intravedo mentre parcheggia.

Sono le 12.05, eccola che arriva ma non le dico nulla che ha lasciato troppo spazio dal marciapiede, non avevo mai notato quei tratti di sole impressi nei suoi capelli.

Il profumo dei suoi vestiti inebria l’universo ancor prima che si avvicini ed i colori della sua presenza ridonano senso al grigiore di questo inferno. La pelle liscia al tatto mi disseta, il suo abbraccio mi nutre. Mi sorregge un attimo mentre vengo colto da un mancamento e piangiamo senza che un suono disturbi la consapevolezza. Quanto chiasso fa il silenzio quando tutti urlano intorno, quanto rumore fanno le parole che non si riescono a pronunciare.
Alle ore 12.10 mi tiene per mano iniettandomi nuova carica per lottare, godere, vivere, il suo sguardo deciso punta diritto al mio e sorridendo mi chiede: “Ma lo sai quante zampe ha una formica?”

Rimango dapprima basito per la domanda e poi sbotto: “Ma che mi frega degli insetti, sei stupida? Io ti chiamo per chiedere aiuto e tu mi assilli con queste domande del cavolo, e poi, perché dovrebbe interessarmi sapere quante zampe ha una formica…”

Lei abbassando un po’ lo sguardo replica: “Perché il dettaglio di quel che vive intorno a noi non dovrebbe passarti inosservato. E’ un po’ come non conoscere il colore dei bottoni dei vestiti che indossiamo. Tu lo sai di che colore sono i bottoni della tua giacca?”


“Grigi, credo”

“Sbagliato, sono neri con sfumature antracite…”


Cinque anni sono trascorsi da quei momenti interminabili. Ho lottato, ho sperato, ho pregato, ho sofferto l’esito di un responso, qualche volta ho riso ed altre volte ho pianto. Da allora c’è una spada conficcata nei miei pensieri, a ricordarmi che l’importanza delle cose dipende da quel che noi attribuiamo alle stesse.

Anche questa mattina alle 11.57 ho celebrato il destino della mia nuova vita e sono tornato in quel punto per dare valore a quegli attimi vissuti. Non ci sono invitati alla mia festa, nessuno mi onora di preziosi regali.

Ogni anno lo stesso rito per osservare tutto ciò che abbia il significato di un trascorso che avrei potuto non vivere…, la goccia che gronda, un riflesso, il colore di una scarpa, il fumo che fuoriesce da un tombino, il cameriere del bar che prende le ordinazioni, la scintilla al passaggio del tram…; a proposito di formiche…, oggi ne ho notato una fila mentre sedevo su una panchina ed ho catturato la più grande. Vedeste come si dibatteva, eppure bastava che stringessi un po’ la presa e l’avrei disintegrata. Lottava inconsapevole del destino che IO avevo tra le mani. Gli ho contato le zampe ed ho sorriso ricordando la domanda di Erica, mentre un passante ha creduto che fossi fuori di testa. Poi, delicatamente ho lasciato che fuggisse via, ho alzato gli occhi all’orologio del Municipio e mi sono incamminato verso casa, ora che finalmente ho imparato ad amare la vita, nella speranza che il destino mi abbia perdonato.

 
 
 

Gioco Gara:all'ombra dei perchè - Roditore essenico

Post n°529 pubblicato il 03 Maggio 2012 da Lady_Juliette
 

 

 

Roditore essenico

Il coniglietto del perchè
non vuole essere tirato fuori dal cappello
perchè quì tutto intorno,
ogni cosa è ferma.

Il piacere dell'equilibrio
richiede di non essere turbato
ed è bello osservare la carota immobile
prima di esser sgranocchiata.

La palla di pelo bianca non ride,
appena sorride,
ma la sua contemplazione sembra dire
che ogni cosa è assolutamente perfetta,
è comunione estatica,
è solo un istante,
è il momento che trova l'assenza
e si spoglia dei perchè...

 
 
 

Gioco Gara : Perchè...

Post n°528 pubblicato il 03 Maggio 2012 da Lady_Juliette
 

 

 

Perchè...

Voglio raccontarvi di un uomo strano, con dei segreti che nessuno mai comprese, intorno a lui succedevano cose straordinare ma la cosa che faceva ogni notte restava un mistero per chi lo conosceva.

Durante il giorno camminava per ore tra i campi parlando con chi incontrava, aveva un'andatura dinoccolata, era pesante il suo passo, portava abiti sgualciti, la notte invece si trasformava in un bellissimo uomo elegante e dolce per restare solo con la Luna.

Si avvicinava a lei con rispetto, le stava accanto, le parlava della bellezza dei fiori, del loro profumo, degli uomini che lavoravano nei campi, di come sudavano per realizzare i loro sogni, voleva che sapesse quanto era importante la sua presenza per loro.

Come un innamorato la riempiva di dolci parole e cantava fino all'alba per lei, fino a quando riscendeva sulla terra riprendendo la sua vita normale.


La gente si chiedeva perchè quell'uomo gigante avesse bisogno di cantare tutta la notte alla Luna, perchè restava su quella scala ore e ore, perchè ogni volta la Luna era sempre più luminosa.

Non vennero mai a sapere però che la Luna glielo aveva chiesto.

 
 
 

per sorridere

Bari, belpaese, benzina, Bondi, carta igienica, elezioni francesi, enel, esilio, falsi ciechi, falsi invalidi, finanziamento ai partiti, firenze, GRILLOparlante, imu, Informare, INPS, invalidità civile governo Monti, irpef, Isola d'Elba, maria de filippi, montecitorio, Napoleone, parlamento, piccioni, politicanti e Ladroni, POLITICI e ladroni, pollice verso, QUATTRORISATE, reality show, risoamaro, sarkozy, SATIRA, SATIRA POLITICA, senato, spending review, vignette  Amato, vignette, Camera

 
 
 

Gioco Gara : Nel fiume delle seppellita radici

Post n°526 pubblicato il 03 Maggio 2012 da Lady_Juliette
 

 

Nel fiume delle seppellite radici

Spoglie carezze di gocce senza tempo

scheletri vaganti di cuori inariditi...
altro non vidi nel fiume delle seppellite radici
Copriva la terra confusa e dolente
canzoni di cieli  inabissati nella penombra di grida
arcobaleni neri affondavano sogni...
echeggiavano tra schiume e rami senza linfa
memorie ormai sbiadite di una vita annegata...
Nella corsia abitata da ombre si trascinavano ed io
sedevo come vento fuggente
vestita dei pollini del mio salvagente...
...abito bianco intriso di certezze
Solo questo seppi dare
nelle atmosfere senza tempo
di capelli intirizziti da saponi
dove le dita della mente non passano
e nulla può destare...
Vagavano le anime inamidate
prigioniere nei racconti dei loro perchè
ed io  guardavo il loro scorrere
come un fiume sotterraneo
stando attenta, vigliacca,
a non caderci dentro...

 
 
 

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perché con un'idea geniale l'autrice ha saputo creare un salotto letterario presso il quale scrittori del web affluiscono per cimentarsi in una gara amatoriale di poesia.  Elegante, capace, umile, disponibile ai miglioramenti, attenta alla critica costruttiva, Lady Juliette ha saputo riunire un gruppo di amici dalla spiccata capacità. Sicuramente originale la sua iniziativa. Blog di cui non si può fare a meno.


 

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