Reticolistorici

Post N° 39


… che poteva evitare centinaia di migliaia di ebrei, di militari di politici e di altri discriminati dietro un filo spinato.Anche quel mezzo milione di persone, in realtà 716.000 circa, poteva evitare i lager nei quali 623.000 nostri militari si auto-rinchiusero rifiutando di collaborare al nazifascismo e soffrendo il ricatto della fame, delle pressanti richieste ad aderire alle richieste nazifasciste. Non esiste solo la Shoah; anzi, per rispetto nei confronti di questa, dobbiamo ricordare anche i sovraccitati 623.000 soldati, una cifra non proprio trascurabile, resi I.M.I. (Internierten Militär Italiener) solo perché dissero NO Chi pagò il mancato aviosbarco su Roma finì nei campi nazisti: chi sotto la Gestapo (ebrei politici), chi sotto la Wehrmacht (I.M.I.), chi sotto entrambi (I.M.I. in un secondo momento trasferiti nei KZ della Gestapo). L’aviosbarco alleato si poneva l’importante obiettivo della presa anglo-americana di Roma, cogliendo di sorpresa i tedeschi (la storica Elena Aga Rossi, in particolare, ricostruisce con meticolosità e competenza queste vicende). A Badoglio gli Alleati avevano richiesto di proteggere militarmente la zona in cui sarebbe avvenuto l’aviosbarco. Il maresciallo, d’accordo con le direttive alleate, non osò, tuttavia, mobilitare truppe in funzione di questo piano, temendo i sospetti dei tedeschi, ancora ignari della firma dell’armistizio (firma datata 3 settembre). All’8 settembre gli Alleati compresero la presa in giro ai loro danni da parte di Badoglio e degli alti comandi italiani e contraccambiarono diffondendo la notizia dell’armistizio, con conseguente presa di Roma e rastrellamenti e deportazioni, con un esercito (un milione di persone!) lasciato in balia di sé stesso, senza ordini perché chi li doveva dare - ricordo che si chiamava Regio Esercito – aveva riparato nelle Puglie. Altra conseguenza che l’aviosbarco avrebbe evitato: la linea Gustav!Invece solo filo spinato...al nazifascismo sino a guerra finita, pagando il prezzo di 50.000 circa compagni persi a causa di condizioni di vita che, anche laddove non v’erano i forni crematori, portavano gradualmente alla bara!