Reticolistorici

Post N° 41


ARCHIVIO IMI c/o Claudio Sommaruga - via Sismondi 62 - 20133 Milanotel. 02.7000.1458 - e-mail: < sommaclau@tiscali.it > Per ricerche storiche preghiamo eventuali ex IMI reduci da 2a prigionia sotto Stalin o Tito e ritardatari della "Leva Graziani" deportati in Germaniadi mettersi in contatto con noi. Si tratta di pagine di storia pressocché sconosciute e fin'ora trascurate.  Nel secondo conlflitto mondiale 12.000 IMI e KGF dei battaglioni lavoratori militarizzati al seguito della Whermacht, molti superstiti da Cefalonia, isole Ionie e Egee, Balcani e Grecia e già resistenti con le armi ai tedeschi nell'autunno 1943 e subirono una seconda prigionia in Bielorussia, Russia e Siberia, catturati nell'estate 1944 ai fronti orientale e balcanici e considerati erroneamente dall' Armata Rossa non internati (IMI) o prigionieri (KGF) ma collaboratori del Reich. Ne morirono 1000 e ne rimpatriarono 11.000 (soprattutto nel 1947) assieme a 10.000 superstiti dell'ARMIR. Parimenti, dall'autunno del 1944, oltre 15.000 militari italiani, già al seguito della Whermacht come lavoratori militarizzati, volontari o prigionieri obbligati (IMI/KGF) o sbandati furono trattenuti in prigionia da Tito per essere scambiati con un migliaio di jugoslavi anticomunisti rifugiati in Italia. Nel 1946/47 furono rimpatriati senza scambio, tutti classificati internati dal nostro Min. Guerra. Si ignorano quanti morirono perché le statistiche includono anche deportati istriani e infoibati.  Oscura è la storia di 3000/5000 militari ritardatari della "leva Graziani", inquadrati come lavoratori del genio in battaglioni di disciplina, comandati da un ufficiale della RSI e controllati da un maresciallo tedesco, ritenuti dalla RSI indegni di fregiarsi del "gladio" repubblichino e di svolgere il servizio militare con le armi. Dotati di picco e pala e indossando le divise grigio verdi dell' esercito regio (di cui non fecero mai parte) e per spregio le "stellette" furono impiegati dapprima nelle retrovie del fronte centro-appenninico poi in Germania, ma distinti dagli IMI e dai KGF e rimpatriarono con le stellette frammisti agli IMI. Considerati impropriamente badogliani dai ragazzi di Salò e ragazzi di Salò dai badogliani e dai partigiani, perché all'8 settembre non erano militari in forza al regio esercito, molti al rimpatrio dovettero svolgere il servizio militare sotto la monarchia/repubblica italiana. Dimenticati da tutti, beffati da tutti, ignorati da tutti e trascurati nelle statistiche. Andrebbero considerati IMI ad onore! Questi sono alcuni dei temi ignorati e che storici (e laureandi) dovrebbero affrontare! ( Claudio Sommaruga )