Domenica 11 novembre 2007 presso l’ANPI milanese (via Mascagni 6) si è svolto il secondo incontro promosso dall’ANED Milano: «MEMORIA FAMILIARE. La parola a figli e nipoti dei deportati». Introdotta alle 10.30 dal presidente dell’ANED Milano, Dario Venegoni, è stata caratterizzata da interventi sia da ex-deportati che da loro figli, perlopiù, e nipoti. La giornata si è conclusa alle 16.00 con la speranza di una nuova edizione con un afflusso altrettanto numeroso. Oltre cento i presenti. L’incontro, come lo scorso, è stato caratterizzato principalmente dai contributi soprattutto di figli e nipoti di deportati che hanno presentato le loro ricerche in ambito familiare volte alla ricostruzione del cammino dei propri cari, i quali, superstiti oppure no dai Lager, talora hanno lasciato diretta testimonianza di quanto loro accaduto. In altri casi, invece, il lavoro di allineamento dei tasselli del mosaico della vita di genitori e nonni deportati si è presentato molto laborioso ma se ne evince l’emozionata gioia di impossessarsi gradualmente, tassello dopo tassello, di una storia molto vicina a quella dipanatasi oltre sessanta anni fa nei rastrellamenti in territorio italiano e nelle brutalità efferate dei campi di concentramento. Impossibile non uscire toccati da questi racconti che fortunatamente non hanno toccato direttamente tutti noi ma che l’interesse a far sentire come propri rende a molti di noi vicini. Un plauso al presidente dell’ANED Milano che ha reso possibile tutto questo.
ANED MILANO - "Memoria familiare"
Domenica 11 novembre 2007 presso l’ANPI milanese (via Mascagni 6) si è svolto il secondo incontro promosso dall’ANED Milano: «MEMORIA FAMILIARE. La parola a figli e nipoti dei deportati». Introdotta alle 10.30 dal presidente dell’ANED Milano, Dario Venegoni, è stata caratterizzata da interventi sia da ex-deportati che da loro figli, perlopiù, e nipoti. La giornata si è conclusa alle 16.00 con la speranza di una nuova edizione con un afflusso altrettanto numeroso. Oltre cento i presenti. L’incontro, come lo scorso, è stato caratterizzato principalmente dai contributi soprattutto di figli e nipoti di deportati che hanno presentato le loro ricerche in ambito familiare volte alla ricostruzione del cammino dei propri cari, i quali, superstiti oppure no dai Lager, talora hanno lasciato diretta testimonianza di quanto loro accaduto. In altri casi, invece, il lavoro di allineamento dei tasselli del mosaico della vita di genitori e nonni deportati si è presentato molto laborioso ma se ne evince l’emozionata gioia di impossessarsi gradualmente, tassello dopo tassello, di una storia molto vicina a quella dipanatasi oltre sessanta anni fa nei rastrellamenti in territorio italiano e nelle brutalità efferate dei campi di concentramento. Impossibile non uscire toccati da questi racconti che fortunatamente non hanno toccato direttamente tutti noi ma che l’interesse a far sentire come propri rende a molti di noi vicini. Un plauso al presidente dell’ANED Milano che ha reso possibile tutto questo.