Riccioli Rossi

Io scrivo.


Mi è stato chiesto "Perché scrivo?".Io scrivo perché l'ho sempre fatto, sin da bambina, quando con i gessetti, sulla lavagna anziché disegnare il sole dietro le montagne, io lo raccontavo. Mi piaceva osservare, sedermi e scrivere. Come un pittore davanti alla sua tela, immortalavo i momenti con la scrittura. Crescendo è diventato il mio punto d'incontro: scrivere era un parlare a me stessa fondamentalmente, un lasciare messaggi dentro una bottiglia, che a distanza di tempo ritrovavo e leggevo. Non tutto si può confidare agli altri, così mi confessavo sulla carta, lasciando macchie nere e blu tra una parola e l'altra, come colpi di tosse atti a schiarire la voce. Scrivere mi aiuta, mi svuota, mi libera.Un filo di lettere che vien fuori dal profondo, tirato dalla voglia di conoscere e conoscersi e destinato a ricamare i ricordi.Ieri ho sfogliato dei vecchi diari e a rileggerli mi sono sentita la sorella maggiore di me stessa. Ah! Se potessi tornare indietro a correggere in rosso tutti gli sbagli che ho fatto! Sostituirei le frasi: " non so che fare" con "ma chi se ne frega!", "vorrei andarmene" con "domani parto", "non voglio deluderlo" con "lui mi ha già delusa", "ho paura di non farcela" con "qualsiasi cosa farò, sarà un tentativo".Ma la vita è questa, un diario che non si può correggere, si può solo continuare a raccontarsi cercando di evitare gli errori.Scrivere aiuta, e il più delle volte io mi aiuto da sola.