CUCINA E FOTO

Il tortellino.


Nella mia "breve"  esistenza ne ho divorato una collina, di cui non voglio immaginare le dimensioni, in tutte le versioni.Siamo a Modena, di lì c'è Bologna, non senza aver passato un rigoroso confine a Castelfranco, di là c'è Reggio Emilia, più su Parma e Piacenza, più giù la Romagna. insomma ua selva di campanili, ognuno col suo tipo di tortelino infilzato sulla punta.Tutti simili ma diversissimi, ognuno è "il vero" , mentre nelle antiche famiglie nobiliari c'era la ricetta "della casa" , e guai a metterla in discussione!Per cui mi astengo dal dare diplomi di primato, e poi non ho tempo, impegnato come sono a trovare nei paraggi quelli che li fanno veramente bene.Però, fotografandoli per lavoro, alcune curiosità le ho messe insieme.PRIMO : il bordo deve essere frastagliato a zig-zag? No, secondo il disciplinare della Camera di Commercio di Modena deve essere liscio . Boh!SECONDO : la dimensione giusta qual'è ?  In un cucchiaio ce ne devono stare tre , questa la regola aurea!TERZO: vanno fatti solo in brodo, tutto il resto è eresia, blasfemìa e bestemmia ! E poi i puristi (Osteria da Libero a Nonantola) d'estate non li fanno!QUARTO : l'extracomunitario che li fa meglio ? ne ho sentito di ottimi fatti da signore bulgare e rumene, ma il massimo penso sia l'assistente giapponese di Bottura, che se ne è fatti 30.000 per allenamento, e li fa piccoli piccoli...QUINTO: l'origine, è ormai chiara, come vantano a Castelfranco : un oste spiando dal buco della serratura una bellissima dama desnuda ne vide solo l'ombelico, e quella visione divenne la sua ossessione in cucina...SESTO: come si fa a fotografre un tortellino?  Beh, questo non lo racconto proprio, segreto di bottega...ogni tanto è bello averne uno!Intanto ci teniamo l'ossessione, poi, appena ne trovo il coraggio, pubblico una ricetta...