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Quasi come a casa (4)


  Un mago in bianco e nero saluta il pubblico ed anche me, che mi becco quindi due saluti insieme. Non c’è un posto libero potrei giurarlo. Lo so anche se non mi giro per guardare, lo sento dal chiacchiericcio e da quella incontrovertibile certezza che ti prende ogni tanto in determinati momenti e non sai bene il perché. Non mi giro. Non voglio perdermi nemmeno una virgola, un cenno, una scena, una luce, una parola. C’entra, eccome se c’entra, quello che mi ha sussurrato l’omone dalla faccia colorata, ma forse c’entra anche qualcos’altro ma non ci voglio pensare. Per ora voglio solo che la promessa non sfugga da me per una disattenzione, una distrazione, il che la dice lunga sul desiderio che la vita mi sorprenda dopo che ho sognato lo facesse per ben più di una volta. Oh si, una volto è troppo poco per quantificare quel tipo di desiderio. Tra l’altro nemmeno così originale, credo che di gente in cerca di novità ne è pieno il mondo e per tutti funziona allo stesso modo. Non è così che funziona! Nel senso che se aspetti ciò che desideri, il più delle volte continui ad aspettare … è per questo che ho deciso di entrare, anche per questo ho deciso di entrare. Il mago allarga le braccia e dice ”Buonasera carissimi eletti, e dovrei dire prediletti perché avete avuto il coraggio di credere, che non è un difetto farlo a priori perché qui a priori non esiste nulla al di fuori del niente, che non c’è per definizione ovviamente …” Poi sfila il mantello dalle spalle con un gesto che si spiega roteando su se stesso e attorno al braccio come fosse una nuvola di cipresso che sparisce. “Però il niente non esisterebbe se non ci fosse il tutto, per cui quello che vedrete potrebbe essere vero oppure no. A voi la scelta, a me la vostra attenzione.” Quindi deciso e senza ripensamento alcuno gira le spalle e accenna un passo. Si allontana da noi e il palco glielo permette. Sa bene cosa fare, penso. In fondo di uno spettacolo gli unici ignari sono gli spettatori, funziona così, altrimenti che spettacolo sarebbe. Sa bene cosa fare e lascia tutto lo spazio a due bocche incandescenti che mordono l’aria uscendo dal niente. All’improvviso! Lacerando l’oscurità ai lati del proscenio come ruggiti di fuoco indomito, annunciando in questo modo un’entrata che non ti aspetti, un’entrata gentile come quella di una ragazza che si mette davanti al dispensatore di illusioni. E’ uno spettacolo in bianco e nero dal sapore retrò quello del mago che tocca fronte della ragazza, bella malgrado tutte le sfumature di grigio, bella anche se diventa rigida come un tronco di cipresso, al tocco del mago. Un gesto sulla fronte, proprio li davanti, sopra gli occhi, a spingere quel corpo che sembra un manichino incernierato sui fianchi per come ruota cambiando posizione, passando da uno stato di verticale normalità in uno inverosimile di orizzontale staticità e lascia tutti a col fiato sospeso perché così è quel corpo … sospeso. Sospeso per davvero. Un giovane corpo di donna galleggia senza aiuti nel niente a parte l’aria e nessuno sa bene come questo possa succedere.continua ...