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Fiume


La strada è un misto d’estate e inverno, ha un concerto alla moda per coda e tentacoli multiformi come testa. La strada è sangue e saliva di gente senza pudore che viene incontro la mia bocca come una betoniera piena di pece bollente. Poi dicono che divento scortese e guardo le persone di lato. Non ho paura se il braccio va a sbattere su un ferro arrugginito e mi taglio. Mica mi lamento … ci sputo sopra e sorrido. Sorrido e cerco di farlo sempre. Per il resto signori, il mostro ha bisogno di vomitare prima di parlare! Non è la colpa di nessuno se gli anni finiti sottopelle, gli abbracci rimangiati, le belle parole sono solo schifose bugie dette a fin di bene. Infondo ci sarà pure un motivo se passando davanti un fioraio alcuni fiori odorano di marcio! Ci sarà pure un cazzo di motivo, no?“Che hai?” mi chiede Manuela mentre mi allunga una tazza di tè. Manuela … ma chi cazzo è Manuela! E’ sbucata fuori dal nulla e mentre la guardo, dimentico la gola secca nella sua scollatura.“Sete” dovrei  risponderle e invece “ti prego vai a prendere un paio di forbici e scucimi il sorriso dalle labbra, prima che diventi un pupazzo fuori moda” le dico senza riconoscere la mia voce. Mi sveglio, resto nel letto e mentre mi assaggio un dito della mano sinistra penso di aver fatto bene a non essermi alzato. E’ amaro, salato, sa di sonno e ha il mio odore. Sono un fiume con i piedi, un fiume in piena che ha perso il suo alveo, travolgente e irrispettoso di tutto persino della notte.