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Caffè


Nessun rumore sporca il silenzio nella stanza, giusto il borbottare della moka, che però giustifica il profumo di caffè. Fuori la pioggia fitta allaga la strada e l’odore di catrame bagnato sale fino al secondo piano, infilanosi tra gli infissi e poi nelle narici, malgrado le finestre chiuse. Gl odori sono come i ricordi ... a volte ti raggiungono lo stesso, anche se fai di tutto per sfuggirgli.Il divano di fronte alla finestra, guarda le tende leggere fermate agli angoli e sembra dire "Che aspetti, siediti. Prendi il tuo caffè e siediti. Quì c'è tutto quello che ti serve." In effetti lasciano che la luce imbronciata entri senza sforzo. Si può vedere il grigio del cielo e la pioggia che bagna il vetro. Le gocce cadono con violenza, disintegrandosi in mille piccole perle, che scivolano ricomponendosi in forme diverse, per poi sciogliersi definitivamente.Ci sono cose che un attimo dopo diventano altro. Anche per le parole è così, sempre un pò differenti da come si vorrebbero dire. E lo stesso è per le persone, sempre un po’ differenti da come le si vorrebbe ricordare. Magari è colpa di quegli spazi vuoti che qualche volta aggiungono, altre tolgono. Chissà se si può, per ogni cosa, o persona o parola, conservare l'identità originale. Aveva i capelli corti e occhi pieni di insicurezze. Nessuna delle due cose avrebbe potuto fare a meno dell'altra. E' stata calda e leggera all'inizio, poi è diventata densa e dolce, quindi amara tra i sedimenti di aspettative tradite.Mentre seduto sul divano, incrocio le gambe e mando giù l'ultimo sorso di caffè, penso a lei; intanto continuo a guardare oltre la finestra e tutti quegli spazi vuoti.