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Prugne


 Quando perdo qualcosa che non riesco a sostituire, quando faccio del mio meglio e alla luce dei fatti non è nulla, quando ottengo quello che voglio ma non è quello di cui ho bisogno, vorrei solo che la proiezione mentale non esista. Che un bacio sia un bacio, un abbraccio sia un abbraccio, una carezza solo una carezza e che le prugne siano prugne. Ho iniziato a costruire la mia casa sotto un albero di prugne, con pavimenti in cotto, muri e davanzali, tavoli, sedie, polvere e tutto quello che c’è dietro un bacio. Un posto dove non ero mai solo e per questo mi sentivo bene. C’era un albero, un albero vecchio, con i rami cuciti di marrone, le foglie legate di verde ed i frutti appesi di rosso. La terra si alzava fino alle ginocchia, perché potessi sentirne il profumo e vedere come sarebbe stato il tempo. Succedeva tutte le volte che volevo. E ho costruito casa. E ho comprato un vaso. E ho colto le prugne. E  quando il tempo diventa polvere e le sporca, le pulisco. Ci tengo siano rosse e lucide. Come il cuore, come gli occhi, come quando perdo qualcosa e cerco di rotrovarlo.