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Il veliero dei cieli


Gli aquiloni erano sempre stati la sua passione, non sapeva neanche quanti ne avesse costruiti.Parecchi li aveva regalati, molti altri no.Soprattutto quelli costruiti con listelli di canna e carta velina tenuti assieme da filo per cucire e scotch.Ci teneva tantissimo a questi, perchè in fondo erano un pò come lui.Ma aveva anche costruito piccoli gioielli di tecnica; listelli di carbonio a fare da struttura ad un tessuto sintetico cucito ad arte usando filo in poliestere, un pò freddi ma di un'efficienza strabiliante.Tutti però avevano una caratteristica comune ... stavano su con facilità, e davano fondo al cavo attaccato alle briglie senza problemi di stabilità.Diceva che in fondo era come se fosse lui a volare, che c'era anche lui lassù con loro.Era cresciuto con quella passione presa dal nonno, poi diventato adulto ed anch’esso nonno un pò tutto era passato, ma mai gli era venuto meno l' entusiasmo per i suoi velieri del cielo."Un modo per sconfinare" diceva "e permettersi il lusso di essere sereno anche se non si è molto in vena" e volare.Come oggi; non si sentiva un gran che, ma c'era da veder volare l'aquilone perfetto. Era sicuro che sarebbe stato su anche senza cavo pilota.Leggero, stabile e colorato come nessuno dei suoi precedenti modelli, praticamente un'opera d'arte.Si sedette subito dopo averlo liberato, e mentre si accomodava dava cavo.Lo vide librarsi facilmente, e conquistare un'altezza mai raggiunta.Quando chiuse gli occhi mollando il cavo nemmeno se ne accorse, tanto era rapito da quel volo.A briglie sciolte l'aquilone sembrò cogliere l'occasione scattando verso l'alto quasi in verticale.Poi tornò orizzontale forse intimidito dall’inaspettata libertà, sicuro che i cavi a cui era ancorato lo avrebbero prima o poi richiamato.Un'attesa di qualche attimo, poi cominciò ad allontanarsi, come se avesse capito che il richiamo non sarebbe mai avvenuto.Partì con volo diritto e sicuro parallelo alla spiaggia, ed il vento tirando di lato lo sosteneva.Un loop, un secondo loop, poi una picchiata verticale verso il suolo.Una corrente d'aria più calda arrestò la corsa, facendogli riguadagnare metri e stabilità, per un viaggio che pareva non finire mai; ed intanto tracciava virgole capricciose e ghirigori sinuosi nel cielo.Traiettorie imprevedibili che rispondevano solo alle leggi delle correnti, discensionali od ascensionali … era libero di aggrapparsi all’aria con incredibile maestria, fra gabbiani che lo sfioravano e raggi di sole che lo accompagnavano.Sembrava in cerca di qualcuno o qualcosa, come se la sua consegna fosse di arrivare oltre il possibile, e di farlo guardandosi attorno senza vincoli.Ogni guizzo era un'occhiata, chissà cosa stava cercando … magari avrebbe voluto solo tornare da chi l’aveva  costruito.Poi sembrò decidersi, una lenta, leggera e confortevole discesa; c'era un bambino che lo stava ammirando laggiù da un pò.Il suo sguardo era rapito perché gli aquiloni erano la sua passione ed il solo vederli volare lo rendeva felice e sereno.Gli si consegnò posandosi quasi tra le braccia docile, come se avesse trovato finalmente quello che stava cercando.Il ragazzo recuperò le briglie e lo fece volare di nuovo; mentre lo faceva correva controvento per facilitarne l’ascesa, e rideva.Non sapeva che quella era un'opera d'arte e stava su da sola.Pensò di essere il bambino più felice e fortunato del mondo e si ripromise di costruirne tanti di aquiloni come quello.Un pensiero, semplice come un volo del veliero dei cieli, semplice come un gesto di richiamo di briglia; da una parte un bambino che corre ed un'anziano che riposa per sempre, dall'altra un aquilone ed in mezzo una vita … per imparare a volare.  Il veliero dei cieli è un riflessodigitale di Lauro