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Lo scalatore


Dicono che quando si rischia di perdere tutto si apprezza molto di più ciò che si ha, o che rimane, o che il destino lascia, o che è a portata di mano.Perché è come stare sull’orlo dell’anima, della vita o del mondo e guardare di sotto, e non vedere nulla … null’altro che se stessi che si stà guardando sotto.Una sorta di riflesso periodico insomma, solo che lo specchio non c'è.E sentire il sapore dell’erba in bocca, il fastidio della terra negli occhi, e rincorrere l’aria che sembra scappare, è solo un dettaglio che contorna il concetto.Poi quando le gambe si fanno dure, quando le fibre bianche dei muscoli si intrecciano a quelle rosse che il tutto sembra un nodo unico, allora pensi davvero sia arrivato il momento di mollare.Scendere e fermarsi esausti senza la voglia di tornare indietro ne la forza di continuare.Sorride un sorriso tirato di lato mentre pensa a questo, perché sa che la salita è pane per i suoi denti; è forte lui in salita, il più forte di tutti. L'esito è scontato, gli altri riusciranno a vederlo solo di spalle sotto il traguardo!L’importante è, quando  la stanchezza vela gli occhi, cominciare a pensare a qualcosa di intenso per sfuggire alla fatica che morde, per “salire di un livello” ed aspettare che allenti la presa.Ma a pensare intensamente mentre pedali, se cali di concentrazione può capitare di accorgersi con un’attimo di ritardo che chi ti precede, foss’anche uno solo, scarta per una frenata sbagliata.Ed allora lo fai pure tù, ma in ritardo di quel maledetto attimo, un’attimo appena che basta ed avanza per ritrovarsi a conoscere il sapore dell’erba, ed il fastidio negli occhi … che è terra ed è nulla in confronto  a quello della gamba che piega da sola, più volte, che è un’amore.Ha imparato la lezione però, ma  è stata dura, più dura del previsto. Nessuno credeva che avrebbe ricominciato a pedalare; un miracolo perché neanche camminare senza sembrare uno storpio pareva possibile.Ma lui scalatore lo è nell’anima e la sofferenza lo esalta e non demorde quando arriva. Contro tutto e contro tutti, anche quando la natura gli riseva la salita più dura.Sono le strade di sempre quelle che stà percorrendo; lo hanno visto bambino, ragazzo, campione e poi convalescente; sempre in sella ad una bicicletta. Sa che dietro la prossima curva inizia il bello e pensa che per lui questo è un vantaggio.Conosce il percorso meglio di tutti … si che è un vantaggio !Ecco la curva, e la strada si arrabbia d’improvviso.Un cambio di rapporto, quattro pedalate per prendere il ritmo e poi di nuovo seduti a macinare metri.I primi sono poco più avanti, il momento di attaccare è vicino.Un pugno di giri ed un salto di catena. Il ghigno che gli riserva la sfortuna sembra sentirlo, come pure l’aria smossa da chi gli sfreccia davanti e che nemmeno guarda ma sente ticchettare, ed allontanarsi rapido.Manca poco al traguardo e deve fare in fretta, più in fretta che può se vuole provare a riprenderli tutti.Due mosse nevrotiche sembrano un secolo ma la catena ritorna a posto.E’ subito in sella e riparte, con le gambe a spingere sui pedali di quella dannata bicicletta che pare tirarsi dietro il mondo intero.I migliori sono transitati già tutti e lui fatica a prendere il ritmo.All’inizio la pedalata è scomposta, poi lentamente si scioglie, diventa fluida e poderosa.Venticinque, venticinque ne ha davanti ed otto chilometri al traguardo, come nella discesa dove ha conosciuto il sapore dell’erba.Tre ogni chilometro da recuperare, e l’ultimo per andare incontro alla gloria, solo che oggi è salita, e la salita è pane per i suoi denti.Ripensa a quel maledetto incidente ed intanto, macina, spinge, mulina le gambe che è un piacere. Riprende il primo gruppetto, li passa in un soffio. Il secondo è poco più avanti; mentre qualcuno saluta lui gli è già sotto.Sembrano fermi, ed il dubbio gli viene vista la facilità con cui se li lascia alle spalle.Non guarda di lato e non sente nessuno, è in piena trance agonistica, immagina la folla assiepata a tifare e seguire il suo gesto.Ed allora scatta, ogni battito un respiro, ogni affondo un sospiro, una ferita che si apre ed un buco che si chiude, è sarà cronaca, sarà vittoria, sarà storia.Nel momento di massimo sforzo lui perde la dimensione temporale ed il suo spirito di uomo maturo e ragazzino si mescolano insieme, a generare nuova fiducia e vigore … che a volte svanisce, svanisce davvero !Uno spendido, meraviglioso, travolgente spirito quel giorno.E’ attaccato al gruppetto dei primi; tre …  ne mancano tre a due chilometri dalla vetta.Sorpassa l’ultimo, poi il penultimo, ecco il battistrada e mancano cinquecento metri al traguardo.Scatta, lo affianca, lo supera e taglia il traguardo, primo … Primo ... PRimo … PRIMO !!!!!“Primo, ciao Primo, niente posta per me ?”“No, niente posta Aldo, aspettavi qualcosa ?”“Già.”“Speriamo in domani và.”“E speriamo in domani Primo … se non ci fossi tu!!”"Grazie Aldo, ma ce ne sarebbe un altro ... sicuro !"Da un po’ Primo è il postino del paese; lo amano tutti e questo da sempre. Ha scelto la bicicletta per consegnare la posta. Lo fa da quando stando sull’orlo dell’anima, ha rischiato di perdere tutto guardando di sotto … e non ha visto nulla, se non se stesso in un riflesso periodico, ed ha conosciuto il sapore dell’erba in bocca, mentre gli occhi grondavano terra e l’aria sembrava scappare, insieme al suo spirito ed insieme al traguardo.Lo scalatore è un riflessodigitale di Lauro