Creato da lauro_58 il 10/11/2006

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A volte ho vinto, molto più spesso ho perso. Cammino tra le strade della speranza senza ripari. E se inizia a piovere, mi fermo e guardo attorno. Poi alzo il bavero del cappotto, accendo una bionda e ricomincio a camminare.

 

 

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L'anno dell' Arcangelo

Post n°170 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da lauro_58
 

Lele è un ragazzo; quando l’ho conosciuto era un giovane calciatore di talento, io dirigente della società dilettantistica in cui giocava. Nel panorama calcistico giovanile, quando hai un padre che conosce certe “dinamiche” che fanno parte di questo mondo, ci sono come contropartita dei vantaggi; nella scelta dei ragazzi da selezionare per i provini e nell’essere titolare in squadra per esempio.
Lele non era uno di quelli; non era nemmeno uno che ha conosciuto il 68, i movimenti studenteschi o le brigate rosse, ma nonostante ciò sta dalla mia stessa parte e non per una questione di simpatia.
Perché ?
Non so quanti se ne siano accorti, ma c’è una guerra in corso.
Non è lo scontro sociale fra giovani e meno giovani, ma una sfida fra chi pensa ed agisce nuovo e chi pensa ed agisce per se stesso (e non ho detto vecchio appositamente) cioè per chi tende a mantenere lo status quo conquistato.
Non è più credibile chi taglia i fondi per la ricerca, ma trova miliardi per salvare le banche, per mantenere Alitalia (ma non si voleva evitare l’ entrata di AirFrance ?)  e lascia intatti i privilegi dei parlamentari. Non è credibile chi, per operazioni di interesse, tratta fino allo stremo delle forze e sulla scuola (ma non solo) invece lancia diktat per decreto e li approva a botte di fiducia parlamentare dichiarando inutile il confronto con le parti sociali.

Quante volte ho dovuto impormi per portarle Lele ai provini, anche se era evidentemente uno dei più meritevoli. Parlavo spesso con i ragazzi ed a Lele ,come a tutti ovviamente, sarebbe piaciuto giocare in una squadra importante,. Ma non gli sarebbe dispiaciuto neppure fare il deejay.  Quando mi sono allontanato dalla società (costretto mio malgrado), per un po’ ha continuato a giocare poi ha smesso. Si è iscritto all’università invece di fare il deejay ed ha cominciato a studiare; una lunga sequela di esami alcuni dei quali (a detta sua) messi li apposta per “allungare il brodo”. Non aveva problemi visto che il padre lavorava come responsabile in una società privata (una delle tante) che gravitava attorno all’ Alitalia. Poi è successo che questo padre di famiglia è stato licenziato in tronco a cinque anni dalla pensione; da un giorno all’altro si è trovato senza lavoro, senza prospettive, e senza gli ultimi cinque anni di contributi per poter ricevere uno straccio di pensione.
Ed allora Lele ha iniziato a lavorare (fortuna?) in una società di servizi. Fa turni di otto ore, a volte anche dodici, spesso notturni, “perché la notte è più facile trovare un po’ di tempo per studiare”. Già perché non ha smesso di farlo, non ha di nuovo scelto di arrendersi se uno vicino a lui, che magari stima od ama, è costretto a mollare ed ha rilanciato.
Certo non è uno studente che va in piazza, nel panorama dei movimenti socio-politico-culturali è un irrappresentato. Uno di quelli che non ha conosciuto il 68, ma sta lo stesso dalla mia stessa parte per come affronta la vita. E lo fa meglio di parecchi della mia generazione (me compreso); senza fronzoli difende i suoi diritti partendo dal basso evitando di additarci come colpevoli anche se ne avrebbe le ragioni. Non ha scelto di farlo, lo fa e basta inconsapevole che potrebbe essere questa una controriforma (con buona pace della politica dei partiti che non è più capace di rappresentare gli interessi del paese, figuriamoci del singolo cittadino) travolgente.
La vicenda di Lele e di suo padre è emblematica ed esemplare; quando non c’è certezza per il futuro dei giovani, quando le competenze e l’anzianità di servizio sono viste come optional trascurabili, un modo per reagire è rilanciare tendendo sempre più in alto, partendo da dove si può partire!
Certo se si è giovani è più facile, per questo la speranza è in quelli come Lele che agiscono e così dichiarano qual è il paese in cui vogliono vivere. Dovrebbero parlare di più, proporre di più, scrivere di più, per creare una energia che vada ad unirsi a quella parte consapevole di italiani che non ha ancora perso la speranza di una nuova coscienza popolare.

Ma per farlo è necessario evitare di rientrare nei ranghi indecenti delle vecchie categorie, di un bipolarismo fasullo pieno solo di risse ideologiche ed andare avanti marciando nonostante tutto. Perché tra chi marcia, tra noi, tra i Lele ci sono anche i potentati universitari, i politici e le lobby a loro legate che non smetteranno mai di marciare, perché marciare è il loro mestiere. Quando noi ci fermeremo, per stanchezza o per pensare ad altro, loro raccoglieranno i frutti della nostra fatica, e la utilizzeranno per i loro scopi. È andata sempre così, senza ipocrisie!
E' palese che l’università prima della Gelmini fosse già in rovina perché, quando gli studenti hanno fermato le loro marce degli anni passati, i politici e i baroni ne hanno fatto quello che volevano. E la scuola è solo un esempio. Ma la questione va ribaltata! È vero che marciare è lavoro da politici, ma quelli come Lele devono e possono marciare più a lungo degli altri, devono stancare tutti. Devono sfinirli, solo cosi si riuscirà ad andare incontro all’Europa. Fare, marciare, magari rischiare di strafare ma cercare di costruire cose che loro non possano distruggere.
Lele è il diminutivo di Gabriele, come l’ Arcangelo. È nato a fine Gennaio e nello Zodiaco il suo segno è l’Acquario. Io non credo agli oroscopi ma tutti quest’anno lo danno come segno vincente. Mi piace così pensare che questo sia l’anno dell’ Arcangelo ... che la sorte in qualche modo gli sorrida.
A tutti invece, oltre che un buon anno, auguro di conoscere altri Lele, più ce ne sono più sarà possibile che il destino ritorni nelle nostre mani.

Lauro

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Commenti al Post:
dreaming_cri
dreaming_cri il 19/01/09 alle 10:54 via WEB
non c'è che dire...una notevole disanima della situazione italiana attuale....
 
 
lauro_58
lauro_58 il 19/01/09 alle 19:47 via WEB
E' sotto gli occhi di tutti Cri. Le realtà che prendo ad esempio non sono le uniche. Avere fiducia è difficile in un contesto dove essere ottimisti sembra utopia. Avere chiara la situazione perciò credo sia essenziale per poter scegliere cosa fare. Un bacione cara Lauro
 
   
dreaming_cri
dreaming_cri il 21/01/09 alle 08:27 via WEB
io ho un'enorme fiducia ed ottimismo...ma non di certo in chi ci comanda, ma in me stessa, nel mio vivere.....
 
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