Heaven's on fire

Post N° 8


Il ponte sullo stretto di MessinaProblema: le terre di appoggio dell’ipotetico ponte sono soggette a scosse sismiche. Occorre perciò un ponte “inusuale” che non risenta delle scosse.Le soluzioni che abbiamo dato a tale problema non sono certo quelle di ingegneri o architetti, ma ci è sembrato bello confrontarci anche con problemi nuovi e vedere fin dove la nostra fantasia – applicata alla ragione – potesse giungere. Non fondiamo perciò le nostre tesi su leggi fisiche, rapporti matematici e così via. Le nostre sono semplici proposte di cui non promettiamo la reale efficienza in una probabile realtà.Soluzione 1: I piloni che sorreggono il ponte devono essere composti da due corpi separati, collegati attraverso una sfera di materiale attrattivo che li tenga uniti ma che permetta, se sottoposto a movimenti bruschi, mobilità (modello stile “geomag”). Come alternativa le sfere potrebbero collegarsi ai due corpi dei piloni tramite “nervi” i cui movimenti verrebbero regolati elettronicamente da una base di controllo posta sulla terraferma.  In questo modo le scosse sismiche, pur muovendo il copro iniziale dei piloni, non muoveranno il ponte, che sarà tenuto almeno in equilibrio dall’azione pronta e veloce dei “nervi” dei piloni.LauraSoluzione 2: I piloni sono staccati dalla struttura del ponte. All’estremità dei piloni vi sono potentissime calamite che, grazie alla forza repulsiva, tengono il ponte sospeso nel vuoto. La forza peso del ponte permette che esso non vaghi verso l’alto. Il peso dei veicoli è irrilevante rispetto a quello della struttura. La parte del ponte più prossima ai piloni e dotata perciò di calamite che respingono la forza di quelle dei piloni è soggetta al grande peso del ponte, peso che potrebbe vincere la forza repulsiva dei piloni. Ecco quindi che la parte sottostante al ponte si smembrerà in tante arcatelle, ognuna delle quali volteggerà su di un pilone più grande di lei. Le scosse sismiche muoveranno i piloni, ma non il ponte. Luca