Racconti & Real Life

Post N° 9


E fermo i miei passi nell'acqua, 4 ore e rivederti e so che sei a casa, che non sei in vacanza. E' sabato e posso permettermi di non rientrare a casa in giornata. Potrei allungare la strada, correre da te. E tu sai che quando dico correre voglio dire correre. Mi volto di scatto e quasi corro verso l'asciugamano. Mi stendo a pancia in giù frugo nella tasca dello zaino ed afferro il cellulare. Ti chiamo. In fondo dall'ultima volta che ci siamo visti ci siamo sentiti ogni tanto, quindi perchè non chiamarti. Il cellulare suona, una, due, tre volte. Squilla una quarta e sto per riattaccare quando sento la tua voce rispondermi mezza assonnata <Bimba, ciao come stai?>E io quasi ho un mancamento, forse il caldo, forse la tua voce <Bene, sto al mare e volevo salutarti. Come va?><Sto sdrumato, fortuna che stasera faccio un salto al locale per l'apertura e poi me ne torno a casa a dormire, gli altri non ci sono. In casa da solo, 'na meraviglia>Scoppio a ridere nel sentire il tono della tua voce poi mi ricompongo <Sicuro d'esser solo?><Certo, vuoi venire a controllare?>Non avrebbe mai dovuto dire quelle parole. In quel momento ho deciso che sarei scesa da lui. <Non è da escludere. Ascolta, devo andare ho una chiamata sull'altra linea. Ti chiamo stasera.>Ci salutiamo. E lui non immagina neppure che stasera lo chiamerò da fuori il suo locale. Forse è una follia. Ma io sono così.