Racconti & Real Life

Post N° 15


I giorni successivi si susseguirono senza particolari avvenimenti. Il lavoro, la famiglia, le uscite con le amiche, le chiacchere al telefono. Tutto scorreva tranquillamente. Di tanto in tanto, nei momento più tranquilli, magari mentre raggomitolata sul divano sfogliavo un libro mi veniva in mente lui senza alcun motivo apparente. Allora controllavo il cellulare. Da perte sua nessun segno di vita. Quindi neppure da parte mia ci sarebbe stato. Passò anche il weekend. Tornare al locale dove l'avevo conosciuto fu meno traumatico del previsto. Appena arrivata lo cercai istintivamente con lo sguardo. Impossibile vederlo. Ricominciò poi un'altra settimana. D'inverno il tempo riesce a scorrere uguale, lento e veloce allo stesso tempo. Senza accorgertene ti ritrovi in primavera.Poi un pomeriggio, due settimane circa il nostro incontro, mentre mi affrettavo per recarmi alla fermata del pullmann per tornare a casa dopo il lavoro il cellulare cominciò a squillare insistentemente. Annoiata, quasi infastidita comincia a frugare nella borsa. Quando l'afferrai, guardai il display m'immbolizzai per un istante smettendo quasi di respirare. Era lui. Mi stava chiamando. Risposi. Sentire la sua voce fu un dolce dolore al cuore. Non speravo m'avrebbe chiamato. Parlammo del più e del meno. Mi accuso di non averlo cercato prima e io feci lo stesso. Era fine febbraio eppure l'emozione, l'andrenalina, il sangue che pulsava nelle vene mi scaldò facendomi arrossare le guance. Parlammo fino a quando non arrivai a casa, ti salutai con la promessa che ti avrei chiamato io in serata. Lo feci. Ti chiamai e parlammo per ore. Fino a notte fonda. Parlammo come se ci conoscessimo da sempre, come se fossimo l'uno di fronte all'altra. Parlammo e ci promettemmo di sentirci ancora.Ancora ignoravamo fino a che punto ci saremmo lasciati coinvolgere l'uno dall'altra. Entrambi con un passato scomodo alle spalle. Entrambi feriti e inariditi dalla vita. Forse fu quello che ci spinse ad avvicinarsi.