Natale è passato. Bene direi. Tutti insieme appassionatamente. L’unico che non si è accorto che era Natale è il piccoletto. Quello ha puppato e dormito come se fosse stato il 7 Dicembre invece che Natale. Potevo dire anche il 6 Luglio, ma il 6 Luglio non era ancora nato, quindi ho scelto il 7 Dicembre. La mia famiglia ha contribuito a riempire il cassonetto della carta qua fuori e anche gli altri 3, plastica, spazzatura normale e umido. I bimbi, 4 compreso il piccoletto, hanno scartato come animaletti feroci i loro regali. Anzi no, in 3, il piccoletto non ha scartato nulla, ma ci ha pensato sua mamma. I grandi hanno scartato poco, al massimo tre regali a testa. I miei? Una penna strana, con la quale penso di non poter scrivere perché tempestata di specchietti, una borsa e un portachiavi. Poi abbiamo rimesso a posto la casa. Sembrava che fossero passati gli Unni, insieme ad una delegazione di barbari incazzati come bestie. Ad un certo punto l’aspirapolvere mi ha chiesto una mezzoretta di riposo perché era finita. Ma adesso sembra che non sia successo nulla. Sono a casa da sola, finalmente. Mi piace godermi questa solitudine. I miei gatti ed io. Loro se la dormono beati sui divani ed io vagabondaggio senza vergognarmi. Ho riguardato i messaggi di auguri ricevuti. Il pensiero è andato per un attimo al fatto che dopo anni, ne manca solo uno. Ma non perché mi sia mancato, anzi. Era l’abitudine. E finalmente posso dire: meglio così. Mi sono chiesta, stamani, se ci sono rimasta male. Mi sono risposta che non me ne frega nulla. E ho capito di essere guarita. L’anno bisestile dicono che sia un anno sfortunato. Probabilmente sono l’eccezione che conferma la regola, per me non è stato poi così male. Fosse solo anche per il fatto che adesso sto bene e che mi sono liberata da un incubo.
Buona giornata.