La Luce è solo informazione, e permette di vedere ad ognuno solo ciò che egli stesso è ed è sempre stato. È come se si illuminasse una stanza, e potessimo vedere tutto ciò che vi è dentro. Non cambierebbe l’arredamento, né le caratteristiche, né la struttura della stanza. Però possiamo vedere senza mediazione alcuna e con i nostri occhi ciò che prima non ci era permesso causa la mancanza di Luce.Questa operazione non è ovviamente conveniente per chi vorrebbe gestire, e “venderci”, la stanza come la sua mente vorrebbe, e volendo, in sostanza, rimanere unico depositario di tutti i contenuti, mobili, forma, configurazione, e complesso di elementi – custoditi nella stanza. Così, quest’ultimo farà di tutto per “evitare” la Luce, e l’acquisizione decisamente autonoma delle informazioni.Questo pone certamente anche un problema di fiducia. In un momento simile, in cui molti ambienti e condizioni sono avvolti nel “chiaroscuro”, a chi possiamo affidare il nostro credito, su chi, o cosa, possiamo fare affidamento?Noi siamo stati ingannati così tante volte, che fidarci di qualcuno non rientra certo tra i nostri più agevoli progetti.Tanti ci hanno abbandonati. Molti di più ci hanno ferito, o, almeno, hanno tradito le nostre aspettative. E noi abbiamo fatto altrettanto. E nel gioco dell’Infinito, tutto è in qualche modo “destinato” ad accadere, prima o poi. Ma una qualche soluzione sarà certamente rinvenibile da qualche parte, perché una soluzione vi è sempre. Non potrebbe esistere un “problema”, se così lo possiamo indicare, senza una qualche soluzione. E se è vero che non tutto possa essere spiegato, il dilemma è solo questione di “livello”. Di dimensione, di frequenza. Basterà quindi accedere alla vera dimensione, o frequenza, di riferimento, che la soluzione sarà presto ottenuta. Il fatto è che chi ci ha ferito, o tradito le nostre aspettative, lo ha fatto con il nostro consenso. Una qualche forma di consenso. In un modo o nell’altro, perché tanti possono essere i modi di prestare e acquisire le varie possibilità di approvazione, adesione, assenso, accettazione, ci siamo “accordati”. Che poi qualcuno sia andato al di là dei termini stabiliti, questo è altro fatto. In ogni caso c’è stata sicuramente un’intesa.Che però può essere cambiata in qualsiasi momento, se cambiano le circostanze, le basi stesse dell’accordo. Le “cose”, nella sostanza. È come nel diritto internazionale. Essendo le intese, patti tra stati completamente sovrani – o, almeno, tali dovrebbero essere come implicazione di base - ogni accordo sottintende sempre la clausola del “rebus sic stantibus”, che presuppone una determinata situazione di fatto che è in qualche modo assunta come punto di partenza del trattato, accordo, o quello che è, la quale cambiando, potrebbe far venire meno gli obblighi assunti.Noi siamo entità sovrane, seppur qualcuno ha fatto di tutto perché lo scordassimo, e ci comportassimo in maniera completamente avulsa da questa che è l’unica vera realtà. Pertanto, siamo liberi di comportarci come riteniamo meglio in ogni circostanza. Anche chi ha difficoltà a vedere la Luce, e viverla, ha lo stesso diritto. Però le varie situazioni non si escludono l’un l’altra. Quindi, ognuno rimane sovrano. Però, se vogliamo interagire, possono sorgere obblighi, regole di reciprocità e scambievolezza, e influenze reciproche. Ma al di là del “karma”, ammesso che sia a quello che vogliamo riferirci con le suddette “regole”, esiste una legge che sovrasta tutte le altre. Ed è la legge dell’Uno.Siamo Uno, e questo pone tutto sotto una dimensione diversa. E seppure vivere l’Unità, l’Unione, l’Essere, comprenda così tante sfaccettature e visioni, che sarebbe impossibile elencarle, o conoscerle, tutte, l’”innocuità” è la materia della quale si compongono le sue radici che ne garantiscono la vera esistenza. Essere “innocui”, che non significa essere deboli, o nulli, o sottomessi e acquiescenti ad ogni possibile immaginazione o invenzione altrui, costituisce in verità la reale essenza dell’Essere Uno. Perché quando c’è solo l’Uno, non può esservi “altro”. Namasté. Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius Lion
Il Piacere di essere “innocui”.
La Luce è solo informazione, e permette di vedere ad ognuno solo ciò che egli stesso è ed è sempre stato. È come se si illuminasse una stanza, e potessimo vedere tutto ciò che vi è dentro. Non cambierebbe l’arredamento, né le caratteristiche, né la struttura della stanza. Però possiamo vedere senza mediazione alcuna e con i nostri occhi ciò che prima non ci era permesso causa la mancanza di Luce.Questa operazione non è ovviamente conveniente per chi vorrebbe gestire, e “venderci”, la stanza come la sua mente vorrebbe, e volendo, in sostanza, rimanere unico depositario di tutti i contenuti, mobili, forma, configurazione, e complesso di elementi – custoditi nella stanza. Così, quest’ultimo farà di tutto per “evitare” la Luce, e l’acquisizione decisamente autonoma delle informazioni.Questo pone certamente anche un problema di fiducia. In un momento simile, in cui molti ambienti e condizioni sono avvolti nel “chiaroscuro”, a chi possiamo affidare il nostro credito, su chi, o cosa, possiamo fare affidamento?Noi siamo stati ingannati così tante volte, che fidarci di qualcuno non rientra certo tra i nostri più agevoli progetti.Tanti ci hanno abbandonati. Molti di più ci hanno ferito, o, almeno, hanno tradito le nostre aspettative. E noi abbiamo fatto altrettanto. E nel gioco dell’Infinito, tutto è in qualche modo “destinato” ad accadere, prima o poi. Ma una qualche soluzione sarà certamente rinvenibile da qualche parte, perché una soluzione vi è sempre. Non potrebbe esistere un “problema”, se così lo possiamo indicare, senza una qualche soluzione. E se è vero che non tutto possa essere spiegato, il dilemma è solo questione di “livello”. Di dimensione, di frequenza. Basterà quindi accedere alla vera dimensione, o frequenza, di riferimento, che la soluzione sarà presto ottenuta. Il fatto è che chi ci ha ferito, o tradito le nostre aspettative, lo ha fatto con il nostro consenso. Una qualche forma di consenso. In un modo o nell’altro, perché tanti possono essere i modi di prestare e acquisire le varie possibilità di approvazione, adesione, assenso, accettazione, ci siamo “accordati”. Che poi qualcuno sia andato al di là dei termini stabiliti, questo è altro fatto. In ogni caso c’è stata sicuramente un’intesa.Che però può essere cambiata in qualsiasi momento, se cambiano le circostanze, le basi stesse dell’accordo. Le “cose”, nella sostanza. È come nel diritto internazionale. Essendo le intese, patti tra stati completamente sovrani – o, almeno, tali dovrebbero essere come implicazione di base - ogni accordo sottintende sempre la clausola del “rebus sic stantibus”, che presuppone una determinata situazione di fatto che è in qualche modo assunta come punto di partenza del trattato, accordo, o quello che è, la quale cambiando, potrebbe far venire meno gli obblighi assunti.Noi siamo entità sovrane, seppur qualcuno ha fatto di tutto perché lo scordassimo, e ci comportassimo in maniera completamente avulsa da questa che è l’unica vera realtà. Pertanto, siamo liberi di comportarci come riteniamo meglio in ogni circostanza. Anche chi ha difficoltà a vedere la Luce, e viverla, ha lo stesso diritto. Però le varie situazioni non si escludono l’un l’altra. Quindi, ognuno rimane sovrano. Però, se vogliamo interagire, possono sorgere obblighi, regole di reciprocità e scambievolezza, e influenze reciproche. Ma al di là del “karma”, ammesso che sia a quello che vogliamo riferirci con le suddette “regole”, esiste una legge che sovrasta tutte le altre. Ed è la legge dell’Uno.Siamo Uno, e questo pone tutto sotto una dimensione diversa. E seppure vivere l’Unità, l’Unione, l’Essere, comprenda così tante sfaccettature e visioni, che sarebbe impossibile elencarle, o conoscerle, tutte, l’”innocuità” è la materia della quale si compongono le sue radici che ne garantiscono la vera esistenza. Essere “innocui”, che non significa essere deboli, o nulli, o sottomessi e acquiescenti ad ogni possibile immaginazione o invenzione altrui, costituisce in verità la reale essenza dell’Essere Uno. Perché quando c’è solo l’Uno, non può esservi “altro”. Namasté. Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius Lion