Marius Lion

L'invariabilità del mutamento.


Quando cominciamo ad abbandonarci alla Vita, subito ci accorgiamo di essere in qualche modo guidati verso ciò che in un certo senso siamo venuti a fare.  Spesso abbiamo organizzato in maniera abbastanza rigorosa, seppur non proprio definitiva, i vari passaggi da compiere, gli esseri con cui interagire, le sfide da cogliere, le energie da lasciare andare. Molte di queste cose  non vengono decise a livello per così dire “fisico”, se no ci considereremmo molto stupidi ad intraprenderne la gran parte. Questo sta cambiando, e cambierà sempre di più, perché fa parte proprio di ciò che siamo venuti a fare. Ma, al di là di questo particolare punto, è l’abbandono che ci consente di garantirne l’esecuzione, atteso che ce lo siamo, in qualche modo o senso, programmato.Abbandono  non significa che possiamo rimanere completamente fermi e le cose cadranno ai nostri piedi da una qualche parte di cielo. Magari accadrà anche questo. E in qualche momento, in una qualche parte di dimensione, potrà anche essere la regola.Abbandono a questo stadio, significa invece agire, e lasciare che tutto accada in maniera perfetta, perché a suo tempo è così che lo abbiamo previsto, e voluto.Certo, il normale vissuto, e le sue logiche conclusioni, ci mostrano molteplici interazioni con le energie più disparate, molte delle quali disarmoniche e discordanti. Ma anche questo fa parte del gioco, e del sistema, e l’azione non deve essere unica, ma continua, seppur “unidirezionale”, con riferimento all’obiettivo prefissato.Le cose potranno accadere o meno come avevamo immaginato, e spesso potranno anche prendere una piega che proprio non ci saremmo mai aspettati. Ma la disperazione non fa parte dell’armatura di quel guerriero che siamo venuti ad interpretare, rappresentando solo una “invenzione” di chi vuole sempre e solo manipolare e “possedere” gli altri. Così in ogni caso si arriverà dove avevamo concordato. Noi siamo “nati” dalla Sorgente Unica di Vita. Quindi, per diritto inalienabile, nulla può esserci precluso, e niente è per noi impossibile. Se abbiamo giocato a fare la parte dei “soggiogati”, “condizionati”, “manipolati”, è stata comunque, e ad un qualche livello, una nostra scelta. Che abbiamo il diritto - e nessuno potrà mai impedirlo – di cambiare, in qualsiasi momento, nell’Infinito che ci contiene. Anzi, il “rischio” – ma si tratta sempre di libera autodeterminazione - è proprio quello di “non cambiare”, di rimanere in qualche modo bloccati o avvinghiati da un qualche tipo di energie e vibrazioni. Cosa che può accadere non “recidendo” legami ormai deteriorati o insistendo all’infinito con giochi devastatori in svariati sensi.Abbandono è così il lasciare che un qualcosa si “spenga”, evitando di aggiungere altra attenzione, altro combustibile.Ma noi possiamo decidere solo per quel che ci concerne, e ognuno – al di là di presunte credenze e/o convincimenti - ha il totale controllo delle proprie manifestazioni, nell’assoluta libertà concessa dal Creatore dei Creatori.Per questo non ci compete in alcun modo interferire sulle altrui decisioni, persino se le dovessimo ritenere le più straordinariamente angoscianti.Certo, potremo parlarne, e consigliare ed informare, se ne avremo la possibilità. Ma, spesso, non molto più di questo. Del resto la cosa potrebbe ritornare a nostro sfavore, atteso che ciò a cui diamo la nostra energia diventa in qualche modo “nostro”.Peraltro, tutta la Creazione è ad ogni modo Dio, intendendo con il termine il Primo Creatore e tutti i successivi. E non ne potremmo mai uscire, neanche se lo volessimo. Perché è tutto ciò che esiste, che È e sempre sarà. Quindi, dove o cosa, altrimenti?E in Dio, possiamo scegliere la realtà che più ci aggrada. Contribuendo a crearla e manifestarla.  E la perenne trasformazione ne è una delle costanti. Che niente mai potrebbe interdire. Namasté. Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].  Marius L.