Marius Lion

È solo quando si comincia a conoscere se stessi


È solo quando si comincia, pur lievemente, a conoscere se stessi, a percepire le proprie origini [divine] che ci si apre allo stesso modo alla comprensione della identica natura negli altri, intendendo con questi ultimi indistintamente tutti gli esseri del Cosmo.Per questo chi ferisce, o procura danno, o anche meramente disagio, a chiunque altro, può senza scomporsi farlo solo nella totale e completa ignoranza di se stesso e di ciò che realmente è, ovvero, nella scelta di un percorso molto accidentale di servizio esclusivo a se stessi, che, comunque, non potrà non condurlo, prima o poi, al bivio di dover rendere conto di quanto perpetrato, e di dover “aggiustare” in qualche modo o senso le conseguenze degli errori commessi.Paradossalmente la prima ipotesi è ancora più grave della seconda.Il principio “ignorantia legis non excusat” vale anche per le leggi cosmiche. Perché la verità è dovunque disponibile, basta chiederla e accettarla. Quindi l’eventuale inconsapevolezza non può essere evocata a giustificazione del relativo danno.Il fatto è, semplicemente, che, condividendo degli spazi, il nostro libero arbitrio – come conseguenza di quella sciolta condivisione delle varie estensioni – non può essere assoluto, trovando i suoi limiti nelle libere consensualità e reciprocità, tranquillamente e consapevolmente, con la totale e piena visione di ogni particolare - acconsentite.Come derivazioni della essenza originaria, potremo alfine porre in essere, e dare la vita, anche nella qualità di Logos, ad interi universi, nei quali, frammentandoci, potremo esplorare i vari aspetti della nostra realtà primigenia. Ma come sub-logos, in qualche modo dobbiamo porci dei termini.E, pur nella compiuta dipendenza delle leggi poste dal Logos di questa manifestazione, è sempre il Cuore a dare le più delicate e amorevoli indicazioni delle direzioni da intraprendere e delle strade da percorrere, oltre che delle frontiere da non attraversare. Namasté.-Marius L.