Marius Lion

Il fatto è che siamo in qualche modo frammentati


 Il fatto è che siamo in qualche modo frammentati, “rotti”. Per tutti gli abusi, anche, ma non necessariamente, fisici, che abbiamo subìto, per tutte le atroci esperienze che si sono susseguite nel corso delle vite, per tutte le manipolazioni e suggestioni e influenze, tragiche, drammatiche, angosciose, teatrali, delle quali siamo stati, nostro malgrado, ingozzati. E questo incide anche sulle nostre manifestazioni, nelle quali residua sempre una sorta di imperfezione. Così imperativo è rimettersi, ricostruirsi, ricongiungersi.Noi cerchiamo sempre di unirci con qualcun altro, di “metterci” con qualcun altro, di trovare completezze e pezzi mancanti in qualcun altro.Magari non c’è niente di sbagliato, tuttavia se non ritroviamo in noi quell’unità, o, al limite, quella coerenza, come potremo mai trovarla in altri?È un po’ come il discorso [già fatto] dell’anima gemella. Se non siamo i migliori amanti di noi stessi come potremo mai esserlo per la nostra anima gemella, che è praticamente noi? Se non siamo in grado di innamorarci di noi stessi, se non ci sceglieremmo mai, neanche fossimo gli ultimi della lista, come possiamo pensare, o solo sperare, che la nostra anima gemella, o anche altre anime compagne, che contengono spesso una porzione di energia di quella, ci scelgano o si innamorino?Non che non possa accadere. Perché magari amiamo già qualcosa di noi, qualche qualità, qualche atteggiamento, qualche disposizione. E, magari, è quello che ci porta a quella temporanea armonia.Però, ritrovarci, ritrovare noi stessi, le varie parti di noi, amarle e accettarle, ha un senso di consolante gradevolezza. E di compiutezza. La strada del ritorno è fatta di consecutivi ricomponimenti, riunificazioni. Ritrovando anche negli altri, tutti coloro che nell’onore ci troviamo ad amare, quelle parti del creatore che abbiamo contribuito a rivelare. Namasté.-Marius L.